Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
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lunedì, gennaio 01, 2007

La gestualità barocca in Mendelssohn

Felix Mendelssohn, un romantico atipico, ebbe una relazione stretta con la musica del passato. La vicinanza al barocco del suo ammiratissimo Bach non si limita alla tecnica compositiva ma riguarda la personale gestualità del Kantor di Lipsia. André Gide disse che «tutto è già stato detto ma poiché nessuno ascolta bisogna allora ricominciare da capo». Per Mendelssohn questa affermazione assume un carattere molto personale. «Ricominciare da capo» non significa intento di rivivere con precisione musicologica un'opera dimenticata ma che la ricostruzione degli antichi maestri è fortemente intrisa di una propria e personale visione. Per un lato Mendelssohn adattò composizioni come La Passione Secondo San Matteo di Bach affinchè fossero di facile ascolto per i suoi contemporanei e d'altro canto dette vita a una produzione originale che non dimenticò i suoi illustri predecessori.
Il termine 'barocco', in qualsivoglia ambito dell'arte, oltrepassa i limiti di un periodo storico-artistico preciso per estendere i confini piuttosto irregolari influenzando anche altri stili. La grande quantità di movimenti estetici prese elementi dal barocco senza per questo snaturare le proprie caratteristiche distintive, acquistando una forma di espressione del linguaggio piuttosto che dei contenuti e delle strutture. In fin de conti sono le forme e il linguaggio che definiscono uno stile molto più del contesto e delle date storiche. Nel caso concreto di Mendelssohn, le parole del corrispondente del Zeutschrift für Musik, Robert Schumann, fanno luce sull'influenza barocca e i modelli che definiscono la creazione romantica.
Il 22 Luglio 1836, dopo la prima dell'oratorio Paulus a Dusseldorf, Schumann scrisse: «II Paulus è arte e non maniera. Qui tutto si percepisce: forma e figura, Bach e Händel e, tuttavia, non si avverte nella musica imitazione o citazione dei suoi ispiratori». Il Paulus, un oratorio romantico con gestualità barocca.
L'ideale protestante e la grande frattura
Ciò che più dell'abisso unisce Bach a Mendelssohn è la continuazione di un ideale musicale protestante e una tecnica compositiva che il romantico prese o ereditò dal suo predecessore, modellandola secondo i valori propri e personali criteri estetici. Dopo la morte di Bach la cultura musicale protestante subì un arresto improvviso. Il posto di Kantor della Chiesa San Tomaso di Lipsia non rimase mai vacante e la religiosità seguì le sue strade più meno tracciate. Però nessun compositore importante del mondo protestante riuscì a riempire il profondo vuoto creativo lasciato da Bach. La recente scoperta del legato musicale del figlio di Bach, Carl Philip Emanuel in Ucraina possibilmente darà una risposta a un dilemma grande. E' Mendelssohn, il figlio di un ebreo convertito, che finalmente emerge come successore del genio di Eisenach, e offre un repertorio che restituisce qualità e splendore alla vita musicale protestante. Nel XVII secolo i musicisti professionali mantenevano uno stretto legame con la chiesa, spazio all'interno del quale esercitavano il loro mestiere. La composizione in questo ambito aveva degli scopi pratici: la musica usata durante i servizi religiosi non era considerata opera d'arte, piuttosto era un mezzo, una forma di preghiera e di adorazione del signore. Risultava assolutamente impensabile che la musica del carattere liturgico uscisse dalla chiesa. Un secolo più tardi dal suo debutto quasi secreto, La Passione secondo San Matteo di Bach fu di nuovo eseguita nella sala della Singakademie a Berlino. Evidentemente, il ruolo della musica e dei suoi interpreti era cambiato radicalmente. «A metà del XIX secolo», affermò un amico d'infanzia di Mendelssohn, «non esisteva nessun paesino senza il suo proprio gruppo corale e nessuna città di medie dimensioni che non avesse due o tre di questi gruppi». A Berlino se ne contavano dieci o venti. All'interno di questi gruppi sociali i più numerosi e ricchi organizzavano regolarmente cicli di concerti favorendo la partecipazione di cantanti e musicisti. Erano feste durante le quali la borghesia partecipava e dimostrava prestigio e posizione sociale.
Primo passo, l'adattamento
Mendelssohn riscoprì la Passione Secondo San Matteo nel 1829 nella sala della Singakademie di Berlino, evitando qualsiasi contatto con il carattere liturgico o con l'uso pratico del brano composto da Bach. Nella versione XIX secolo, l'opera si ricicla e si adatta ad un linguaggio, un'estetica ed un orecchio romantico. Il compositore aveva una precisa idea di ciò che desiderava ascoltare, per questo adattò solo ciò che considerava necessario. In questo modo produsse un' opera con un chiaro criterio semantico del XIX secolo. Modificò la strumentazione, l'orchestra ora di enormi dimensioni romantiche -, i tempi - con precise indicazioni del metronomo - ed eliminò alcune note acute aggregandovene altre. In questo modo Mendelssohn ottenne una sensazione di largo orizzonte con pochi punti culminanti però ben differenziati, aiutando con il registro delle voci la sintassi drammatica dell'opera. In relazione al fatto d'interpretare l'opera in una sala da concerto, lo stesso Mendelssohn scrisse che «le condizioni nel secolo trascorso dal momento della prima della Passione di Bach sono cambiate. I concerti hanno ricoperto un carattere di servizio religioso, continuando l'avanzato parallelismo tra arte e religione ( ... ) La musica stessa contiene oggi la sonorità spirituale di un servizio religioso». Il critico berlinese Rellstab, dopo il concerto, assicurò che «i particolari della composizione bachiana non possono essere percepiti in una chiesa con la stessa chiarezza che permette la sala da concerto. Le Passioni di Bach - aggiunge Rellstab -, devono essere interpretate nelle sale per chiarirne la struttura e in tal modo acquisire un carattere religioso». Questa identificazione reciproca tra l'ambito ecclesiastico e la funzione della musica rese possibile la progressiva differenziazione tra la chiesa e la sala da concerto, tra la congregazione e i semplici uditori di un evento artistico, tra religione e arte religiosa. La trasformazione nel contesto della funzionalità della musica nella cornice della Chiesa accompagnò la lenta separazione tra i valori culturali della Chiesa e le sue rappresentazioni concrete.
Secondo passo: la creazione
Mendelssohn compose molte delle sue opere prendendo a modello Bach: Paulus (1836), Lobgesan (1840) così come mottetti, cantate e composizioni corali. Senza dubbio il suo oratorio più conosciuto, l'Elia (1846), non è tanto ispirato da Bach e dalla sua tecnica di scrittura - importanti arie, momenti corali meno gerarchici che nelle opere bachiane né dal suo divenire drammatico. L'Elia racconta una storia senza troppi commenti nè parabole bibliche, costruendo in ciascun atto una forma chiusa. Diverso è il risultato nell'altra creazione sacra: il Paulus. Questo oratorio è la prima parte di una incompiuta trilogia unito al citato Elias e al Jesus, che rimase solo in forma di bozza come progetto mai concretizzato. L'oratorio fin dai primi anni del XIX secolo fu una forma musicale molto apprezzata. Delle centinaia di opere che ai tempi di Mendelssohn erano ascoltate con grande successo poche sono rimaste a noi. Nel caso specifico del Paulus si tratta di un paradosso essendo oggi un'opera poco interpretata mentre fu uno degli oratori più famosi ed eseguiti del XIX secolo. Solo nei quattro anni successivi alla sua prima vene eseguito più di 50 volte in tutta Europa. Una grande quantità dei numeri dell'oratorio sono orientati verso uno stile fortemente influenzato da Bach: il coro di apertura e i suoi richiami -«Herr!-» così vicino all'inizio della Passione secondo San Giovanni, i recitativi con funzione narrativa, i cori di Turba «Steiniget lhn!»-, la splendida manipolazione della tecnica della fuga - «Ich danke dir, Herr, meine Gott» - e certamente i corali protestanti in ciascuna chiusura formale significativa. Tuttavia, il punto centrale drammatico - «Mache dich auf, werde licht!»e chiusura formale della prima parte, lo espone in una tecnica di scrittura aperta e trasparente, con reminiscenze händeliane, confermando altre fonti barocce alle quali Mendelssohn attinge. Il compositore non solo preparò e diresse numerosi oratori di Händel di fronte all'Singakademie Berlin, ma ebbe l'opportunità di studiare durante un suo viaggio in Inghilterra gli autografi di Händel nella British Library di Londra. Il Paulus fu dato per la prima volta con enorme successo il 22 maggio del 1836, contando con 379 voci nel coro e 172
strumentali nella orchestra, nella sala Beckerschen di Dusseldorf sotto la direzione dello stesso compositore. Guardando a Bach con occhi del XIX secolo o creando un'opera originale che tesse un ponte tra barocco e romanticismo, MendeIssolin fu il primo musicista che poté riconciltare le contraddizioni della sua epoca.
Lo spirito tedesco
La nozione di appartenenza nazionale si viene consolidando a partire del XVIII secolo parallelamente agli eventi politici. Bach, creatore emergente della tragedia che fu la ,guerra dei trent'anni, ebbe un'intima e naturale necessità di sentirsi e mostrarsi tedesco. Molto di più, per esempio, Buxtehude, predecessore e modello per Bach. Già nel romanticismo, da Brahms a Wagner e da Beethoven a Schumann, tutti questi musicisti tedeschi condivisero un sentimento comune: un profondo e vitale germanesimo. A metà del XIX secolo l'idea tedesca era una realtà spirituale prima ancora che politica. Allo stesso modo in Mendelssohn, un romantico classico e cosmopolita, la sua opera riflette una capacità di sintetizzare opposte e apprezzabili differenze e tuttavia e profondamente tedesca.
L'amore per l'antico
In un'epoca nella quale la negazione del passato era la norma, Mendelssohn mostrò un notevole interesse per la tradizione cercando in questa gli elementi costitutivi del suo linguaggio. Fu il primo che reinstaurò la musica di Bach come qualcosa di concreto, una novità per il suo tempo. La già citata riscoperta della Passione Secondo San Matteo ebbe una notevole trascendenza storica guardandola al giorno d'oggi. Tuttavia fu distinto l'animo che portò il giovane Mendelssohn a trascrivere nella versione da concerto questa opera maestra. Nessun affanno musicologico guidò il compositore, motivo che non gli impedì di stabilire un precedente che segnò il futuro della interpretazione barocca. Per Mendelssohn e per coloro che gli sono successi fino alla fine del XIX secolo, la visione dell' opera bachiana era pienamente romantica. Come influì l'arte di Bach nella produzione di Mendelssohn è una questione di cui si deve tener conto per la comprensione esatta del suo linguaggio.
di Eduardo Notrica ("Orfeo", numero 95, novembre 2005)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

perche' non pubblichi qualcosa sul quartetto italiano?
dopo borciani e' morto da un mese Franco rossi. non trovo nulla sul piu' grande quartetto del secolo

Heinrich von Trotta ha detto...

Ti suggerisco
www.quartettoitaliano.com
Molto più che esaustivo direi.
Ciao