I nostri lettori si chiederanno perché si tratta di un'operazione particolare. Proviamo a spiegarlo?
Perché nell'ampio catalogo delle opere di Mozart non sono numerosi i pezzi per organo. Oggi abbiamo una raccolta di diciassette sonate da chiesa, l'Adagio e l'Allegro KV 594, la Fantasia in fa minore KV 6o8 e l'Andante in fa maggiore KV 616 scritti per organo meccanico. Eppure sappiamo che il compositore suonava questo strumento molto bene e che lo apprezzava molto. Rimangono pochi brani perché, di solito, all'organo improvvisava. Ma diverse testimonianze raccontano che gli piaceva misurarsi con gli organi delle città nelle quali si fermava.
Infatti, il suo disco ha una particolarità legata al viaggio che il giovane Mozart compì in Italia con il padre Leopold. Come le è venuta in mente quest'idea?
Ho voluto proporre questo repertorio su strumenti che il compositore ebbe occasione di suonare. Una lettera di Leopold, datata 7 gennaio 177o, racconta di una visita alla chiesa di San Tommaso a Verona. Venne decisa all'improvviso, ma ben presto si sparse la voce che un giovane prodigioso stava suonando l'organo e la chiesa si riempì fino all'inverosimile. Lo stesso accadde a Bologna all'organo di San Domenico. Purtroppo gran parte di quello che suonava è andato perso.
Quest'idea dà un grande fascino alla registrazione, nella quale lei sembra proporre i brani meno frequentati del repertorio organistico mozartiana. Come se avesse voluto scoprire le pagine più rare per offrirle all'ascoltatore. Questa scelta che difficoltà le ha creato?
Sì, ho pensato di dedicare questo disco proprio a pagine rare, che, in un certo senso, diano idea dell'arte improvvisativa di Mozart. Ecco perché ho scelto fughe, variazioni e adagi. E anche trascrizioni, danze e vari frammenti (diversi dal London Sketchbook). In alcuni casi questi frammenti sono stati completati da compositori del passato, come Simon Sechter, in altri ho pensato di chiedere ad organisti contemporanei di finirli. Hanno dato la loro disponibilità André Isoir e Wim ten Have. Il brano che apre il disco, il Molto allegro KV 720, completato da Isoir, suonato sull'organo Bonatti di San Tommaso a Verona, del 1716, è il frammento che appare nel famoso ritratto che Saverio della Rosa fece a Mozart nel 1770. Mozart è rappresentato nel suo vestito preferito color cremisi, seduto davanti ad un clavicembalo veneziano della fine del sedicesimo secolo, sul cui leggio sta una pagina di musica: questa musica è proprio il Molto Allegro!
Tra le composizioni ce n'è una che, nonostante sia un compito scolastico, e duri poco più di un minuto, è ormai passato alla storia. E' la famosa antifona «Quaerite primum regnum Dei». Anche questa una rarità?
Certamente! Si parla spesso della prova dell'esame che Mozart sostenne per entrare nell'Accademia Filarmonica di Bologna, ma non si sente mai. Il suo compito era comporre un mottetto nello stile contrappuntistico severo su un tema gregoriano. La vicenda è nota: padre Martini intervenne sulle licenze del giovane che, pur geniali, sarebbero potute non essere gradite alla commissione d'esame. Per dare un'idea delle diverse concezioni musicali ho pensato di proporre il mottetto in entrambe le versioni: quella di Mozart e quella con le correzioni di padre Martini. Per restare in questo ambito tra i pezzi che eseguo all'organo di San Petronio diversi sono esercizi di contrappunto, come canoni o pezzi fugati. Tra questi la bellissima entrata dei due soldati nel finale dell'Atto Secondo di Die Zauberflöte, costruita sul corale «Ach Gott vom Himmel sieh' darein» di Bach. Diversi furono scritti durante le lezioni quotidiane che Mozart fece con padre Martini durante il suo soggiorno bolognese.
Questo disco sembra cogliere lo spirito mozartiano, al quale siamo abituati, ma che finora non abbiamo mai associato ad uno strumento severo come l'organo. Sarà quindi una scoperta?
Penso di sì, anche se l'organo può avere molti aspetti. Certo Mozart lo avrà amato per le infinite possibilità che offre, ma anche per gli aspetti curiosi. Ho pensato che gli saranno piaciuti moltissimo i registri più d'effetto dell'organo di Verona, come il Rossignuolo, Speranza, Passeri e Grilli, e sappiamo per certo, da una nota del costruttore d'organi Giuseppe Bonatti, che Mozart usò il registro «tamburo» nella controddanza «Das Donnerwetter» (Il temporale) KV 534.
Lei è organista titolore degli organi di San Petronio, sui quali ha registrato già diversi dischi. Anche in questo caso li usa, ma Mozart non ebbe mai occasione di suonarli. Come mai dunque li propone?
Perché Mozart ebbe senz'altro occasione di sentirli. Era a Bologna quando si festeggiò il patrono della città e in San Petronio ci furono solenni celebrazioni. Sia lui che il padre ricordano la musica molto fragorosa, eseguita da musicisti non di grandissima qualità. In quell'occasione avrà sicuramente sentito gli organi. Alcune composizioni di Mozart sembrano scritte proprio per l'antico Lorenzo da Prato, uno strumento del 1741.
di Chiara Sirk ("Falstaff", 8/2006)
1 commento:
Gentile Maestro,
se me ne fosse data la possibilità vorrei inviarLe della Musica originale che non è stata eseguita all'Organo. Grazie.
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