Così la stampa d'Oltralpe annuncia l'anno mozartiano a 200 anni dalla morte (5.12.1791) del grande genio musicale salisburghese. Per onorare la memoria di questo "re Mida del pentagramma", un po' dovunque si sta dando l'avvio a manifestazioni celebrative; ogni città in cui Mozart ha dato prova delle sue straordinarie virtù musicali si sente onorata d'esser stata tappa di uno dei tanti viaggi, in cui Amadeus è stato "scarrozzato" sin da bambino. Il suo sarà stato un comportamento contraddittorio - "aggrazziato e di buone maniere" per gli uni; goffo, impacciato e magari inopportuno per gli altri - ma la sua musica è certamente bella, perfetta ed armoniosa, una "musica infinita" al punto che "in paradiso quando gli angeli tengono concerto per il Padreterno suonano Bach, ma quando fanno musica per proprio diporto eseguono Mozart."
Salisburgo, patria di Amadeus, sarà invasa da mezzo milione di visitatori, ai quali la città intende offrire conferenze, pubblicazioni e soprattutto concerti. Le industrie dolciarie "made in Austria" contano di smerciare oltre cento milioni di "Mozartkugeln".
Rovereto si sta organizzando alla grande, perchè proprio lì avvenne il battesimo d'arte in terra italiana del giovane Mozart.
Ma anche a Bressanone è un tantino di casa il grande Amadeus, e non solo perchè ogni coro, da quelli cittadini a quelli dei più piccoli paesi dispersi fra i nostri monti, esegue messe e mottetti di Mozart - notissimo ma sempre affascinante l'Ave Verum - ma anche perché in tutti e tre i viaggi culturali in ltalia Leopold Mozart, l'orgoglioso padre di tanto figlio, scelse la nostra città come prima tappa al di qua delle Alpi. Una scelta a ragion veduta: l'ospitalità nel palazzo vescovile era confortevole, gratuita e condita di tante "coccole" per il piccolo Amadeus. C'era infatti una grande amicizia fra i Mozart e il principe vescovo Leopold von Spaur (1747 1778). I tre viaggi in Italia ebbero luogo fra il 1769 e il 1773.
Il tredicenne Mozart arrivò per la prima volta a Bressanone il 20 dicembre 1769. Aveva già alle sue spalle una serie di trionfi a Vienna, Parigi e Londra. A Bressanone pernottò soltanto una notte. Era arrivato da Steinach, una tappa fuori programma, perché a Innsbruck il padre s'era levato tardi per aver alzato troppo il gomito in casa di amici la sera precedente. Mozart ripassò a Bressanone quindici mesi dopo, esattamente il 24 marzo 1771.
Era ormai ricco di trionfi italiani: a Bologna diventa allievo del celebre padre Martini e, superata la prova prescritta dall'Accademia Filarmonica, ne diventa socio effettivo. A Roma trascrive dalla memoria il "Miserere" per due cori a nove voci di Allegri, per cui il papa Clemente XIV gli conferisce l'insegna dello Speron d'oro.
Anche questa volta la sua presenza a Bressanone ha la durata di una notte.
Pure la successiva tappa in città - 15 agosto 1771 - nel corso del secondo viaggio in Italia, si riduce ad un unico pernottamento. Ritornò a Bressanone pochi mesi dopo, contento dell'ottima accoglienza a Milano del melodramma "Ascanio in Alba" su testo del Parini, ma spaventato dal crollo di un balcone che per poco non aveva centrato suo padre, e con ancora negli occhi la macabra esecuzione capitale di quattro malviventi.
Arrivò in città l'11 dicembre 1771 e quella sera fu musica sovrana: nel teatro del palazzo vescovile offri al principe vescovo Ignaz von Spaur, nipote e poi successore di Leopold, la dimostrazione della propria versatilità musicale. L'evento è raffigurato in una scultura lignea, realizzata molto tempo dopo e conservata gelosamente nella Sala Mozart dell'albergo Aquila Nera in via Portici minori: il quindicenne Amadeus siede al pianoforte mentre il padre suona il violino; lí accanto, tutto preso dalla bravura del ragazzo, il vescovo v. Spaur. Il giorno seguente i Mozart rimasero in città e ripartirono per Salisburgo la mattina del 13 dicembre. Anche il terzo viaggio in Italia è di breve durata: a Bressanone i Mozart pernottarono il 27 ottobre 1772 all'andata ed il 10 marzo 1773 al ritorno. Amadeus quasi diciassettenne, aveva avuto successo a Bolzano, ma in Italia i suoi sogni s'erano infranti. Il tentativo di stabilirsi definitivamente nel "bel paese" svanirono nonostante i numerosi precedenti trionfi. Deluso, non sarebbe più tornato a sud del Brennero; a Salisburgo l'attendeva la rottura con l'arcivescovo Colloredo.
Dunque, aldilà del concerto tenuto nel dicembre 1771 e di qualche occasionale "passatempo musicale" con l'amico canonico Ignaz von Spaur, a Bressanone il grande Mozart non lasciò alcuna traccia particolare del suo genio. Tutt'al più si può supporre che gli sia ronzato per la mente qualche motivetto de "La Betulia liberata", un'azione sacra su testo del Metastasio, composta fra Verona e Salisburgo mentre faceva ritorno in patria dal suo primo viaggio in Italia.
Brixen (1991)
Salisburgo, patria di Amadeus, sarà invasa da mezzo milione di visitatori, ai quali la città intende offrire conferenze, pubblicazioni e soprattutto concerti. Le industrie dolciarie "made in Austria" contano di smerciare oltre cento milioni di "Mozartkugeln".
Rovereto si sta organizzando alla grande, perchè proprio lì avvenne il battesimo d'arte in terra italiana del giovane Mozart.
Ma anche a Bressanone è un tantino di casa il grande Amadeus, e non solo perchè ogni coro, da quelli cittadini a quelli dei più piccoli paesi dispersi fra i nostri monti, esegue messe e mottetti di Mozart - notissimo ma sempre affascinante l'Ave Verum - ma anche perché in tutti e tre i viaggi culturali in ltalia Leopold Mozart, l'orgoglioso padre di tanto figlio, scelse la nostra città come prima tappa al di qua delle Alpi. Una scelta a ragion veduta: l'ospitalità nel palazzo vescovile era confortevole, gratuita e condita di tante "coccole" per il piccolo Amadeus. C'era infatti una grande amicizia fra i Mozart e il principe vescovo Leopold von Spaur (1747 1778). I tre viaggi in Italia ebbero luogo fra il 1769 e il 1773.
Il tredicenne Mozart arrivò per la prima volta a Bressanone il 20 dicembre 1769. Aveva già alle sue spalle una serie di trionfi a Vienna, Parigi e Londra. A Bressanone pernottò soltanto una notte. Era arrivato da Steinach, una tappa fuori programma, perché a Innsbruck il padre s'era levato tardi per aver alzato troppo il gomito in casa di amici la sera precedente. Mozart ripassò a Bressanone quindici mesi dopo, esattamente il 24 marzo 1771.
Era ormai ricco di trionfi italiani: a Bologna diventa allievo del celebre padre Martini e, superata la prova prescritta dall'Accademia Filarmonica, ne diventa socio effettivo. A Roma trascrive dalla memoria il "Miserere" per due cori a nove voci di Allegri, per cui il papa Clemente XIV gli conferisce l'insegna dello Speron d'oro.
Anche questa volta la sua presenza a Bressanone ha la durata di una notte.
Pure la successiva tappa in città - 15 agosto 1771 - nel corso del secondo viaggio in Italia, si riduce ad un unico pernottamento. Ritornò a Bressanone pochi mesi dopo, contento dell'ottima accoglienza a Milano del melodramma "Ascanio in Alba" su testo del Parini, ma spaventato dal crollo di un balcone che per poco non aveva centrato suo padre, e con ancora negli occhi la macabra esecuzione capitale di quattro malviventi.
Arrivò in città l'11 dicembre 1771 e quella sera fu musica sovrana: nel teatro del palazzo vescovile offri al principe vescovo Ignaz von Spaur, nipote e poi successore di Leopold, la dimostrazione della propria versatilità musicale. L'evento è raffigurato in una scultura lignea, realizzata molto tempo dopo e conservata gelosamente nella Sala Mozart dell'albergo Aquila Nera in via Portici minori: il quindicenne Amadeus siede al pianoforte mentre il padre suona il violino; lí accanto, tutto preso dalla bravura del ragazzo, il vescovo v. Spaur. Il giorno seguente i Mozart rimasero in città e ripartirono per Salisburgo la mattina del 13 dicembre. Anche il terzo viaggio in Italia è di breve durata: a Bressanone i Mozart pernottarono il 27 ottobre 1772 all'andata ed il 10 marzo 1773 al ritorno. Amadeus quasi diciassettenne, aveva avuto successo a Bolzano, ma in Italia i suoi sogni s'erano infranti. Il tentativo di stabilirsi definitivamente nel "bel paese" svanirono nonostante i numerosi precedenti trionfi. Deluso, non sarebbe più tornato a sud del Brennero; a Salisburgo l'attendeva la rottura con l'arcivescovo Colloredo.
Dunque, aldilà del concerto tenuto nel dicembre 1771 e di qualche occasionale "passatempo musicale" con l'amico canonico Ignaz von Spaur, a Bressanone il grande Mozart non lasciò alcuna traccia particolare del suo genio. Tutt'al più si può supporre che gli sia ronzato per la mente qualche motivetto de "La Betulia liberata", un'azione sacra su testo del Metastasio, composta fra Verona e Salisburgo mentre faceva ritorno in patria dal suo primo viaggio in Italia.
Brixen (1991)
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