Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

sabato, agosto 06, 2011

Chiara Massini: Ostinati, Toccate e Fughe

Il genere "toccata" compare per la prima volta intorno alla metà del XIV secolo ed indica una composizione per complesso di strumenti a fiato, proposta in occasioni festive. Il termine deriva dal verbo "toccare" ovvero suonare strumenti (a fiato). Nel primo '500 l'Intabulatura de lauto: Libro quarto (Venezia, 1508) di J.A. Dalza ci fornisce testimonianza di toccate dette Tastar de corde destinate al liuto, che fungono da preludio: accordi e passaggi veloci hanno un carattere improvvisativo e permettono di ultimare l'accordatura dello strumento prima dell'esecuzione del ricercare.
Nel secondo '500 la toccata si trasferisce alla tastiera, primariamente all'organo, mantenendo l'originaria funzione introduttiva e la struttura accordale con rapide figurazioni: l'intonazione di Andrea Gabrieli, che accompagna i fedeli ante e post missam, permette all'organista di sfoggiare la propria abilità virtuosistica e di prendere confidenza con lo strumento per sfruttarne le potenzialità e nel contempo agevola il coro alla corretta intonazione. La toccata di Giovanni Gabrieli si arricchisce di un episodio centrale in stile contrappuntistico-imitativo.
La forma si rinnova ancora una volta in area veneta, a fine secolo, con Claudio Merulo. Magister elegantiarum nell'arte della diminuzione, Merulo compone toccate nel modo "moderno", "non soggetto à battuta" espressione dei cosiddetti "affetti", per mezzo di un utilizzo espressivo dei modi; ormai completamente autonoma rispetto alla musica vocale, la toccata si presenta senza soluzione di continuità come alternanza di episodi imitativi e "stilemi affettuosi" che l'allievo e suo devoto estimatore Diruta, nel Transilvano, chiama groppi, tremoli, accenti, passaggi, cascate, clamationi, tremoletti.
Nella prima metà del XVII secolo le "deboli fatiche" del ferrarese Girolamo Frescobaldi rappresentano una mirabile e rielaborata sintesi della tradizione nord-italiana e napoletana. Si tratta della musica più libera mai scritta fino ad allora: composizioni fantasiose ed improvvisative, melodicamente prive di schemi fissi ma soggette ad un'armonia raffinata ed evoluta rispetto al sistema modale di riferimento. L'rtificiosità delle toccate nasce dalla concertazione tra attività speculativa (contrappuntistica) e concezione pratica (tastieristica). La varietas che le contraddistingue è evidenziata da Frescobaldi stesso negli Avvertimenti: la "maniera di sonare con affetti cantabili e con diversità di passi" altro non è che la traduzione strumentale degli affetti propri del madrigale moderno; il binomio affetto-effetto scaturisce dall'esposizione di motivi sempre nuovi e contrastanti (toccate... copiose di passi diversi et affetti) e dal variare sia dell'armonia sia del tactus che "non dee star soggetto à battuta" ma adeguarsi all'affetto (... per mezzo della battuta portandola hor languida, hor veloce, e sostenendola etiandio in aria secondo i loro affetti, o senso delle parole).
Luigi Ferdinando Tagliavini attribuisce alla toccata una scrittura volutamente "approssimativa" su cui l'esecutore interviene per reinterpretare i moti dell'animo offerti dalla "traccia", dandone una forma definitiva secondo il proprio estro e virtuosismo; questa forma "aperta" è affine al francese prélude non mesuré.
Se la toccata frescobaldiana si struttura per passi (brevi sezioni senza cadenze sulla finalis del modo d'impianto) che si sviluppano senza intaccare la compiutezza dell'intera architettura, diversa è la struttura nel suo allievo Johann Jakob Froberger: esempio di toccata italiana rivista da un tedesco, essa è più chiara, suddivisa in sezioni ben distinte e contrastanti, meno sorprendente dal punto di vista armonico e melodico, in sostanza meno libera.
L'impianto a più sezioni sarà determinante per lo sviluppo del genere nel secondo '600 e a seguire: la toccata o si inserisce tra i movimenti della suite o della sonata oppure si accosta alla fuga.
In Bach la toccata diviene summa delle svariate tecniche compositive ed esecutive della tradizione: l'ampia struttura si articola e si impreziosisce di molteplici possibilità stilistiche e formali. Le sette toccate per clavicembalo (BWV 910-916), risalenti all'epoca di Weimar, comprendono sezioni con passaggi in stile passeggiato-improvvisato, secondo il principio dominante del concerto (dialogo solo-tutti), alternati a uno o due movimenti fugati (a 3 o 4 voci) di impianto rigorosamente contrappuntistico che rappresentano il climax della composizione. La ripartizione prevede dalle tre alle cinque sezioni, delle quali la prima è un breve episodio preludiante con figurazioni virtuosistiche, elaborazioni motiviche e ritmiche cangianti; ne seguono una seconda o in forma di fuga o di adagio in stile arcaico ed una conclusiva fuga. Tuttavia è bene sottolineare che questo genere musicale non si rinchiude in una formula univoca, anzi la variabilità dell'articolazione interna convalida l'origine della toccata come forma libera sulle orme dello Stylus Fantasticus.

CIACCONA E PASSACAGLIA
Generi strumentali in forma di variazione, ciaccona e passacaglia derivano dall'evoluzione, avvenuta in epoca barocca, di danze popolari spagnole. Sono forme che si sviluppano su un tema o su uno schema armonico fisso oppure su un basso ostinato. Entrambe di andamento moderato, nel repertorio tastieristico italiano, esse si differenziano sostanzialmente nel ritmo: la ciaccona presenta un metro ternario in ritmo binario (tactus inaequalis), la passacaglia un metro binario in ritmo ternario (tactus aequalis) che la rende più lenta e solenne; quest'ultima, costituita da una misura composta, si configura secondo due livelli metrici (due misure di 6/4 o quattro di 3/4), dunque offre più possibilità compositive.
In Italia e Spagna la passacaglia non impiega il basso ostinato, mentre la ciaccona si caratterizza per la forma ostinata secondo un basso formato da tetracordo discendente. In Francia è la passacaglia ad assumere il basso ostinato ed in area tedesca la tendenza è quella di seguire la tradizione francese.
Sebbene i due generi a volte si confondano e le discrepanze non sembrino sottostare a canoni predeterminati, qualche teorico ha tentato una classificazione: per Johann Mattheson se la passacaglia privilegia la tonalità minore, la ciaccona impiega quella maggiore; altri studiosi evidenziano che nella prima il tema ostinato può essere trasposto, quindi fungere da "elemento motore" per l'elaborazione delle successive variazioni, contrariamente a quello della ciaccona che permane al basso e costituisce la semplice base armonica dell'intera composizione.

note di Valentina Morgagni al CD "Ostinati, Toccate e Fughe", Chiara Massini clavicembalo (Goldberg Records, 2010)

2 commenti:

Euterpe ha detto...

Oh! È sempre un vero piacere di trovar blogs dedicati alla musica, perché dimostra che non siamo così pochi, o almeno che Internet è un magnifico strumento che ci tiene uniti...
A mia volta Vi mando il mio blog, sicuro che V'interesserà.
Tante grazie!

Euterpe ha detto...

P.S.: Kommen Sie aus einem Deutsch-sprachigen Land? Ich liebe die deutsche Sprache, wircklich...! Und Bach ist mein Lieblingskomponist; dasselbe bei Ihnen, oder?