Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

venerdì, settembre 16, 2011

Hubert Stuppner: Exstasis & Nirwana

«Estasi & Nirvana» - Fantasie tristaniane di Re Ludwig con morte e Nirvana al cospetto del lago di Starnberg, 13 giugno 1886.
 
Non vi è nella Storia della Musica, tra compositore e reggente, un rapporto di amicizia, di ammirazione, di morbosa comprensione ed empatia più intensa e incondizionata che tra Ludwig II, Re di Bavaria, e Richard Wagner. «Egli mi ama con tutta l'intimità e l'ardore dei primo amore», ebbe a scrivere Wagner in una lettera del 4 maggio 1884 e aggiunge non senza compiacimento: «Egli mi conosce e sa tutto di me... e mi comprende come la mia propria anima Egli vuole che io rimanga con lui per sempre, che io lavori, riposi ed esegua le mie opere per lui... Non ho da essere un maestro sostituto, nè direttore, ma soltanto me stesso ed il suo amico».
Questa amicizia, nella quale si nasconde il sodalizio, narcisistico e prometeico, tra due anime portatrici di un Io romanticamente infinito e megalomane, ha aspetti fortemente regressivi e non è certamente un caso che Ludwig fosse il primo vero intenditore di quel depressivo mito di Tristano, eroe dell'unione mistica e un po' necrofila nella morte per amore, nonché l'esecutore sulla propria pelle - come il Werther di Goethe - del richiamo funesto dell'estasi che si completa nell'annientamento fisico del soggetto nel vortice della passione amorosa. Mai un messaggio estetico è stato preso più sul serio che in quell'attimo, tragico e metafisico in uno, quando il 13 giugno 1886 Ludwig si gettò nelle acque dei lago di Starnberg, simile a quell'«Olandese Volante» nel «Vascello Fantasma» di Wagner, che dopo aver cercato invano un amore che duri se ne andò tra le onde del mare e le tempeste del cielo, deciso come quell'altro protagonista dell'estasi, Tristano, di cui ambì seguire le orme, di «onorare il più sublime sogno dell'umanità, l'amore, con l'esecuzione dell'opera stessa» (Wagner), vale a dire con il gesto più perentorio possibile, più metafisico e regressivo: con il suicidio nell'acqua, con l'immersione nell'oblio primordiale del simbolico grembo materno.
L'immaginazione di un Ludwig dichiarato inaffidabile per gli affari ordinari del Regno a causa di una persistente Paranoia (Pazzia), costantemente in balia di fantasie regressive e suicide, associate alla forsennata impressione che aveva provato ascoltando proprio quel «Tristano», di cui sapeva recitare a memoria i versi più incisivi, acquista una propria connotazione psicologica, una plausibilità poetica, che risiede nella profonda identità e somiglianza tra l'ispirazione di Wagner e lo stato d'animo di un temperamento romanticamente coerente quale quello di Re Ludwig negli ultimi istanti della sua vita.
Nello stato d'animo della Paranoia la percezione si dilata all'infinito, tempo e spazio si disintegrano a vicenda, il movimento musicale, che si snoda lentissimo come un fiume dell'inconscio letale, diventa fantasmagorico, caricandosi di significati extramusicali in uno stato d'animo in cui l'estasi si unisce al nirvana e l'individuo, chiudendo gli occhi, fugge dal proprio corpo, trasgredisce il reale e si precipita nel nulla: «Precipitare dal grado più alto della vita nel nulla» (Ludwig, giorni prima dei suicidio). Ed è destino dei re che essi cadano dall'alto più in basso di ogni altro essere umano su questa terra!
«Estasi & Nirvana» interpreta il profondo ed ostinato desiderio di nirvana di Re Ludwig con il «rallentando» più lento e regressivo immaginabile della musica per archi, associando la dimensione consonante degli accordi, privi di punti di riferimento in una sintassi di ovvia musica,tonale, al desiderio, sfrenato e morboso, di distensione, manifestantesi in un «eterno» accordo perfetto di la bemolle maggiore, simbolo di quella mollezza dell'acqua del Lago di Starnberg, che gli doveva apparire, nell'attimo estremo del ritorno al nulla, come un simbolico e primordiale grembo materno.

Hubert Stuppner (note al CD Nuova Era 6881, 1990)

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