L’anniversario è indimenticabile: il 29 aprile del 1961 il
giovane Luciano Pavarotti iniziava al Teatro Municipale “Romolo Valli” la sua
trionfale carriera. Avendo vinto il concorso Achille Peri, gli spettava di
esordire nella Bohème, nei panni del poeta Rodolfo.
Luciano Pavarotti |
Trent’anni dopo – lunedi 29 aprile 1991 – il Teatro “Romolo
Valli” organizzò i “festeggiamenti per il 30esimo del debutto” di un Pavarotti
già superstar, organizzando un concerto con un cast stellare: Luciano
Pavarotti, June Anderson (soprano), Piero Cappuccilli (baritono), Paolo Coni (baritono),
Enzo Dara (basso), Giovanni Furlanetto (basso), Raina Kabaivanska (soprano), Patrizia
Pace (soprano), Giuseppe Sabbatini (tenore), Shirley Verret (mezzosoprano). A
dirigere l’orchestra del teatro Comunale di Bologna due maestri: Leone Magiera
e Maurizio Benini.
Nella sua abitazione di Mantova Enzo Dara, basso buffo di
caratura mondiale (1500 recite, 76 personaggi, 34 album, 24 anni con Claudio Abbado,
in attività fino al 2004, oggi regista) ci riceve e torna volentieri sulla
serata- evento al Teatro “Romolo Valli”.
Maestro Dara, racconti….
Luciano alle prove del giorno prima era un po’ nervoso. Poi la sera
dopo, appunto lunedi 29 aprile, si placò e stregò tutti quanti.
Insieme avete cantato un duetto dell’Elisir d’amore di
Donizetti...
Sì, abbiamo fatto il duetto “Voglio dire…lo stupendo…”,
il duetto in cui Nemorino compra dal medico ambulante Dulcamara che ero io, una
bottiglia che non era affatto l’Elisir promesso ma una bottiglia di Bordeaux da
poco. Ci siamo molto divertiti. Fummo anche adeguatamente applauditi. Poi
quando Pavarotti ha cantato ”Che gelida manina” è scoppiato il delirio.
La serata al Valli era dedicata a Gigetto Reverberi, un uomo
speciale. Concorda?
Di più. Il teatro reggiano era il regno del nostro Gigetto,
grande uomo di teatro, grande e vero socialista, amante della lirica e delle
belle voci giovanili. Ricordo che lo spettacolo a lui dedicato fu anche
teletrasmesso e passato in video dalla Decca.
Maestro, se non ricordo male con Pavarotti lei ha anche inciso “L’elisir
d’amore” al Metropolitan
Sì, nel 1990, anno in cui io avevo cantato a Madrid “Il Turco
in Italia” diretto da Zedda, il ”Don Pasquale” a Venezia con Ferro
sul podio, e “L’Italiana in Algeri” a Vienna accanto a Raimondi.
Poi vi siete ritrovati al Met di New York diretti dal grande Levine….
Sempre nell’Elisir. Ne è uscito anche un video con la regia di Brian
Large. Essendo quasi compaesani Luciano ed io amavamo parlarci spesso in
dialetto. E lui cominciava sempre chiedendomi “Enso, come stet?” “Ben
e ti?”.
E Pavarotti come replicava?
Da dio! Certo Reggio entrava spesso nei nostri discorsi. Lui ha cominciato
al Valli una carriera trionfale, io ho svoltato debuttando a Reggio come basso
buffo il primo febbraio del 1967. Con l’“Elisir d’amore”, diretto da Masini.
Il 14 ho cantato a Guastalla, il 16 a Modena con Luciano. Poi siamo andati in
tutto il mondo: Reggio ci ha portato fortuna.
Enrico Pirondini (Giornale di Reggio, 29 aprile 2012)
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