SINFONIA N. 5 IN DO DIESIS MINORE
1° tempo - Marcia funebre. In tempo misurato
2° tempo - Tempestosamente mosso, con la più grande veemenza
3° tempo - Scherzo - Robusto, non troppo veloce
4° tempo - Adagietto - Molto lento
5° tempo - Rondò finale - Allegro
ORCHESTRA SINFONICA DEL TEATRO ALLA SCALA
Maestro concertatore direttore
VLADIMIR DELMAN
Il direttore d'orchestra, VLADIMIR DELMAN è nato a Leningrado e si è diplomato al Conservatorio della stessa città in pianoforte e direzione d’orchestra. Ha svolto attività artistica a Mosca, nell'URSS, in Inghilterra, Francia, Germania Orientale e Cuba. Dal 1974 risiede in Italia. Ha diretto le orchestre della RAI, del Maggio Musicale Fiorentino, della Fenice di Venezia, dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma, del Comunale di Bologna e del Regio di Torino. Alla Scala ha diretto il settimo concerto sinfonico della stagione del bicentenario.
GUSTAV MAHLER (1860-1911) è un musicista postumo, la cui fortuna si può dire dati dalla fine della seconda guerra mondiale. Nato a Kaliste in Boemia, quando la Boemia faceva ancora parte dell”impero austro-ungarico, raggiunse grandissima fama come direttore d’orchestra specialmente nel periodo in cui, dal 1897 al 1907, prestò la sua opera come direttore della Opera di Stato di Vienna. Agli occhi dei contemporanei la grandezza del compositore risultò anzi parzialmente oscurata dalla grandezza del direttore d'orchestra.
La sua opera di compositore comprende, distribuite nell'arco dell'ultimo ventennio della sua vita, nove sinfonie, il Lied von der Erde (Canto della terra) e importanti cicli di Lieder per canto e orchestra: citiamo il Des Knaben Wunderhorn (Il canto meraviglioso del fanciullo) i Lieder eines fahrenden Gesellen (Canti di un compagno errante), i Kindertotenlieder (Canti di fanciulli morti) e i Lieder nach Ruckert (Canti da Ruckert). Mahler è un contemporaneo di Debussy e di Riccardo Strauss (anche di Puccini), ma nulla ha in comune con questi musicisti.
Legato a tutta la tradizione della musica austro-tedesca, da Schubert a Wagner, con lui volge verso la sua conclusione la lunga parabola del romanticismo musicale. Nella sua musica c’è veramente il senso di qualcosa che finisce, di una civiltà giunta al suo tramonto, di un’epoca che si chiude. Sembra talvolta che i poeti riescano a presagire a distanza quello che dovrà accadere e noi crediamo di trovare oggi nella musica di Mahler il presentimento delle tragedie che hanno funestato l’Europa nella prima metà di questo secolo. E' certo, comunque, che pochi musicisti riescono a parlare con Mahler all'umanità di oggi e la sua fortuna postuma non può essere giudicata soltanto un fenomeno di moda. Anche nel campo della produzione discografica il successo di Mahler, con la cui musica si sono cimentati i più grandi direttori d’orchestra - da Bernstein a Kubelik, da Solti a Karajan (senza dimenticare Bruno Walter, colui che anche nella direzione d’orchestra raccolse direttamente l’eredità di Mahler) - non è inferiore a quello dei più grandi e noti musicisti dell’età classico-romantica, da Mozart a Brahms. Con l’eccezione dei cicli liederistici, Mahler impiega sempre un organico orchestrale portato ai suoi limiti estremi e non sono mancate, da parte di taluni detrattori, accuse di elefantiasi Sonora. Anche il ricorso a materiali molto eterogenei è stato spesso sottolineato non positivamente da critici e studiosi. La Quinta Sinfonia, comportante anch'essa il ricorso a un gran numero di strumenti a fiato, legni e ottoni, e a una nutritissima percussione, presenta una struttura tripartita, ma è suddivisa in cinque movimenti: i primi due formano la prima parte, lo Scherzo la seconda e gli ultimi due la terza.
La composizione dell'orchestra è la seguente: quattro flauti (terzo e quarto anche ottavini), tre oboi (terzo anche corno inglese), tre clarinetti in si bemolle, (terzo anche clarinetto basso in si bemolle), tre fagotti (terzo anche controfagotto), sei corni in fa, quattro trombe in fa e si bemolle, tre tromboni, un basso-tuba, arpa, timpani, tamburi, grancassa, piatti, triangolo, tam-tam, nacchere e archi. La tonalità di do diesis minore, attribuita solitamente a tutta la sinfonia, riguarda in realtà soltanto il primo tempo: il secondo è in la minore, il terzo, lo Scherzo, è in re maggiore, il quarto, l'Adagietto, è in fa maggiore e il quinto movimento, Rondò-finale, è di nuovo in re maggiore. Nella Quinta Sinfonia, come accadrà anche nella Sesta e nella Settima, Mahler non fa ricorso alla voce umana, di cui si era servito nella Seconda, Terza e Quarta, ma non mancano anche nella Quinta riferimenti ai Lieder, come i contemporanei Kindertotenlieder e, per quanto riguarda l’inizio dell'Adagietto in fa maggiore per archi e arpa (si tratta del tempo più breve ma anche più noto, per l’impiego fattone da Luchino Visconti nel film "Morte a Venezia" del 1971), è da sottolineare la coincidenza con l’inizio del bellissimo Lied su testo di Ruckert: "Ich bin der welt abhanden gekommen" (Sono giunto smarrito nel mondo). La Quinta Sinfonia fu composta negli anni 1901-1902, ma eseguita per la prima volta, sotto la direzione dell’autore, a Colonia il 18 Ottobre 1904. Nessun’altra opera di Mahler fu sottoposta a così ripetute e scrupolose revisioni. Secondo il Redlich, uno dei più insigni studiosi mahleriani, la Quinta "è forse l'espressione più ortodossa dell’attaccamento di Mahler all'eredità classica viennese".
Questa Sinfonia si differenzia però dal modello classico per il fatto che il primo movimento è, come si è detto, diviso in due parti ben distinte, una "marcia funebre" e un "allegro" che elabora in gran parte il materiale tematico precedente e funziona da sviluppo di esso. Il terzo tempo, uno Scherzo con due Trii, il secondo dei quali è di dimensioni ragguardevoli, segue lo schema del Landler e ci riconduce al mondo di Schubert e di Bruckner. L’impressionante lunghezza dello scherzo è controbilanciata dalla tenera semplicità dell'Adagietto per archi e arpa, somigliante almeno esteriormente a un canto schumanniano, che acquista il valore di un breve interludio ed è come un ponte di passaggio al Rondò finale, di carattere briosamente estroverso e di vigoroso impianto contrappuntistico, che nell'ampiezza e grandiosità del suo sviluppo sembra riportarci alla giubilante solennità dei finali delle sinfonie bruckneriane.
Le interpretazioni mahleriane in Italia di
VLADIMIR DELMAN
Des Knaben Wunderhorn
1975, 7 giugno - Evelyn Lear - Orchestra della RAI di Roma - Roma, Auditorium della RAI
Des Lied von der Erde
1978, 14, 15 ottobre - Regine Fonseca, Eberhard Büchner - Orchestra Teatro Comunale di Bologna - Bologna, Teatro Comunale
1978, 7 dicembre - Regine Fonseca, Gösta Winbergh - Orchestra della RAI di Torino - Torino, Auditorium RAI
1979, 19, 20, 21 gennaio - Regine Fonseca, Richard Cassilly - Orchestra Teatro Comunale di Genova - Genova, Politeama Genovese
1979, 24, 24 settembre - Viorica Cortez - Coro Antoniano, Orchestra e Coro Teatro Comunale di Bologna - Bologna, Teatro Comunale
1982, 27 marzo - Orchestra e Coro della RAI di Roma - Roma, Foro Italico
1982, 5 maggio - Reinhild Runkel - Cori del Conservatorio Martini, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna - Repubblica di San Marino
1982, 7, 8 maggio - Reinhild Runkel - Cori del Conservatorio Martini, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna - Bologna, Teatro Comunale
1983, 8, 9 dicembre - Orchestra della RAI di Torino - Torino, Auditorium RAI (concerti annullati per sciopero)
1984, 13, 14 dicembre - Maureen Forrester - Orchestra e Coro della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
1990, 25 ottobre - Gabriele Schreckenbach - Coro e Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
Sinfonia n. 8 "Dei mille"
1979 9, 20, 21 ottobre - Maria Luisa Cioni, Silvia Rhis Thomas, Juanita Porras, Reinhild Rundek, Giuliano Ciannella, Attilio D'Orazi, Boris Carmeli - Orchestra e Coro Teatro Comunale di Bologna - Bologna, Teatro Comunale
1980, 17, 19 ottobre - Orchestra Teatro Comunale di Bologna - Bologna, Sala Europa
1980, 18 ottobre - Orchestra Teatro Comunale di Bologna - Ferrara, Teatro Comunale
1980, 8 novembre - Orchestra Teatro Comunale di Bologna - Cesena, Teatro Bonci
1980, 9 novembre - Orchestra Teatro Comunale di Bologna - Modena, Teatro Comunale
1981, 4 novembre - Orchestra della Scala di Milano - Mantova, Teatro Sociale1981, 5 novembre - Orchestra della Scala di Milano - Carpi, Teatro Comunale1981, 6 novembre - Orchestra della Scala di Milano - Cremona, Teatro Ponchielli1981, 7 novembre - Orchestra della Scala di Milano - Bergamo, Palazzo dello Sport1981, 11 novembre - Orchestra della Scala di Milano - Milano, Teatro alla Scala
1985, 29 settembre - Orchestra Sinfonica Siciliana - Palermo, Teatro Golden
1991, 26 luglio - Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
1993, 11, 12 dicembre - Orchestra Giuseppe Verdi di Milano - Milano, Auditorium Verdi
Sinfonia n. 1 "Titano"
1982, 17, 20 settembre - Orchestra Teatro Comunale di Bologna - Bologna, Teatro Comunale
1990, 8, 9 febbraio - Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
1991, 5 luglio - Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
Kindertotenlieder
1991, 16 luglio - Livia Budai-Batky - Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
Sinfonia n. 9
1991, 21, 22 novembre - Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
1993, 22, 23 aprile - Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
Sinfonia n. 2 "Resurrezione"
1993, 11, 12 novembre - Ana Pusar, Liliana Bizineche Eisinger - Coro della Radio di Budapest - Orchestra della RAI di Milano - Milano, Auditorium Verdi
1 commento:
Ho ascoltato varie incisioni di Vladimir Delman, le ho trovate belle e interessanti, anche se non eccezionali, specialmente in confronto ai giganti di nome Karajan, Giulini, Carlos Kleiber e tanti altri ancora.
Ho anche conosciuto una violinista che ha avuto la possibilita' di lavorarci nell'orchestra diretta da Delman. Mi disse ripetutamente che era un individuo pesante, dai modi insostenibili e con frequenti dispute con gli orchestrali. Un vero incubo, persino eseguendo Mozart, un Autore che non dava problemi alla stessa orchestra, ma con altri direttori.
Stesso discorso per Klemperer, George Szell e Kurt Masur, tutti della stessa categoria conosciuta come "Direttori dittatori".
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