Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

sabato, aprile 04, 2009

il Theremin: uno strumento originale

Creazione del fisico russo da cui prende il nome, il Theremin nasce nel 1920 ed è il primo strumento elettronico della storia.

Sulla rivista Americana Electronics Now del febbraio 1996 (nel frattempo integrata con la famosa Popular Mechanics e diventata ora Poptronic) veniva descritto un originalissimo strumento che si poteva suonare con le mani e senza toccare alcun tasto, pulsante, levetta o altro: il Theremin. Il theremin è il più antico strumento musicale elettronico conosciuto. È stato inventato dal fisico russo Leon Theremin nel 1920. Questo strumento è composto fondamentalmente da due antenne poste sopra e a lato di un contenitore nel quale è alloggiata tutta l’elettronica. Il controllo avviene allontanando e avvicinando le mani alle antenne, mediante quella superiore (posizionata verticalmente) si controlla l’altezza del suono, quella laterale (posta orizzontalmente) permette di regolarne l’ampiezza. Il suono può variare tra quello di un violino a quello vocale. Lo strumento è considerato molto difficile da suonare proprio perché lo si suona senza toccarlo. Il theremin è stato utilizzato soprattutto nelle colonne sonore dei film, in particolare Io ti salverò di Alfred Hitchcock e Ultimatum alla Terra. Altri esempi noti sono la sigla iniziale della serie originale di Star Trek e quella dei cartoni animati di Scooby Doo.
Principio di funzionamento. Il Theremin è uno strumento musicale elettronico che genera suoni monotonici. I segnali elettrici prodotti da oscillatori a frequenze radio (nella gamma degli 800 Khz) sono in grado di produrre suoni udibili. Questo effetto lo si ottiene sfruttando il principio dell’Eterodina che stabilisce come due diverse frequenze, battendo fra loro, producono tra le altre, una terza frequenza risultante dalla differenza delle due e che, se entra nel campo dell’udibile, si può quindi percepire. La frequenza del segnale udibile varia in relazione ai valori delle frequenze battenti e può anche essere modificata agendo su uno degli oscillatori elettronici. Il meccanismo con cui si può variare la frequenza potrebbe essere, ad esempio, una antenna collegata ad un ramo dell’oscillatore per cui, agendo su quest’ultima avvicinando o allontanando un corpo qualsiasi, si varia la capacità e quindi la frequenza dell’oscillatore stesso.
La magia del Theremin. Come già accennato l’inventore fu un russo, Lev Thermen, il quale trasferitosi nel 1920 a New York con il nome di Leon Theremin, iniziò ad usare e diffondere tale strumento battezzandolo con il proprio nome: Theremin, appunto. Le prime magiche esibizioni in orchestre importanti avvenne qualche anno dopo raggiungendo l’apice con il maestro Leopold Stokowski. Visto il successo, la Rca produttrice dell’apparecchio, rigorosamente a valvole in quei tempi, pensò che lo strumento potesse trovare collocazione in ogni famiglia benestante e iniziò una produzione di massa. Purtroppo l’idea si dimostrò un fallimento data la scarsa diffusione, all’epoca, dell’amplificazione e la estrema difficoltà d’uso. Oggi la sua applicazione è molto limitata ed il Theremin trova impiego laddove sono richiesti effetti sonori particolari; viene costruito usando moderne tecnologie a transistors, ma il principio dell’Eterodina è rimasto intatto. Lo strumento viene tarato in modo che la mano vicina all’antenna dell’intensità azzeri completamente il volume. Questo fa sì che per suonare una nota sia necessario avvicinare la mano sinistra all’antenna dell’intensità e regolare l’altezza dell’esecuzione con la mano destra in modo che, sviluppando l’abilità necessaria, diventi possibile effettuare un fraseggio musicale completo, staccati, appoggiati, crescendo, vibrato ecc. Negli strumenti più evoluti fabbricati nel corso degli anni sono presenti delle regolazioni che permettono di variare la sensibilità delle antenne in modo da permettere di ottenere una dinamica più o meno estesa nonché di variare l’estensione dello strumento. Sono inoltre presenti delle regolazioni che variano le forme delle onde generatrici consentendo quindi di variare anche notevolmente il timbro dello strumento.
La costruzione. Per pura curiosità il sottoscritto si è procurato un Kit per l’assemblaggio dello strumento (attualmente acquistabile sull’ormai omnicomprensivo ebay). La costruzione non è troppo complicata, anche se è necessario avere un minimo di conoscenze tecniche/teoriche di elettronica. Nel caso dovesse non funzionare infatti, chi non sa cosa è un oscillatore, un’eterodina e non ha un oscilloscopio, finisce per buttare tutto nel cestino.
Come si suona. È la parte più difficile, anche se si può in parte semplificare con la lettura di un buon manuale, reperibile con una certa difficoltà in commercio. Poiché si possono ottenere tutte le frequenze (da pochi Hz sino all’inudibile), individuare tra queste le frequenze della scala musicale con precisione e soprattutto stabilmente richiede un intenso allenamento e un collaudato orecchio musicale. Infatti è la posizione della mano rispetto l’antenna verticale a determinare l’esatta tonalità. Pochi millimetri o frazioni di millimetro in più o in meno, generano frequenze diverse. Molto facile è invece ottenere un suono vibrato muovendo velocemente le dita della mano prossima all’antenna verticale. L’antenna orizzontale agisce, analogamente a quella verticale, su di un altro oscillatore e la frequenza di battimento che se ne ricava viene usata per generare un segnale continuo, ma variabile in ampiezza, il quale agisce su di un amplificatore il cui guadagno è controllato da questa tensione (Vca, voltage controlled amplifier). Quindi avvicinando la mano aumenta il volume, allontanandola del tutto il volume va a zero. Da questa descrizione si intuisce che in condizioni normali (cioè con le mani lontano dalle antenne) non ci saranno suoni generati ed il volume dell’apparecchio e al minimo.
Gli effetti. Vale la pena sentirlo suonare. Non ci sono termini linguistici che possano dare un’idea della qualità del suono prodotto. È veramente simile alla voce umana. Se suonato da un musicista esperto riesce a produrre sonorità straordinarie, struggenti, "esoteriche", "metafisiche". Sono le prime parole che vengono in mente in grado di evocare timbriche oggettivamente strane. Non va sottovalutato l’impegno psicofisico dello strumentista. L’uso del Theremin necessita di fortissima concentrazione ed un controllo psicofisico assoluto. Lo spostamento anche solo di qualche millimetro nella posizione della mani (e quindi anche del braccio, avambraccio, polso, dita, posizione del corpo e postura) produce note diverse. Forse si potrebbe affermare, senza azzardare troppo, che l’apprendimento nell’utilizzo di questo strumento è un ottimo metodo di formazione psicosomatica, utile per qualunque musicista.

di Roberto Bondavalli ("Musicalmente", Anno 3, Numero 4, Gennaio 2008)

1 commento:

Ben ha detto...

Grande idea di Leopold Stokowski! Esiste anche una sorta di repertorio?