Entreves (Aosta) — Il musicologo Massimo Mila, collaboratore de La Stampa e nome tra i più noti del mondo culturale italiano è rimasto gravemente ferito ieri pomeriggio in un incidente stradale nel quale ha perso la vita la moglie, Francesca Rovedotti di 79 anni. A bordo di una Renault 14 DL i coniugi Mila viaggiavano sulla statale 26 diretti verso Courmayeur, quando l'auto, forse per un malore di Massimo Mila, ha sbandato sulla corsia opposta, schiantandosi sotto un Tir. Nell'urto violento la moglie del critico è morta sul colpo; Massimo Mila, soccorso dalla Croce rossa di Morgex, è stato trasportato all'ospedale di Aosta con prognosi riservata. L'incidente è avvenuto alle 15.53 a Runaz, poche centinaia di metri oltre l'abitato di Arvier a una quindicina di chilometri a monte di Aosta. La polizia stradale del distaccamento di Entreves ha potuto accertare che l'auto del musicologo viaggiava a velocità moderata e il fondo stradale non era ghiacciato né bagnato. Affrontando una curva a destra tra Aosta e Courmayeur su un ponte sul fiume Dora, la Renault 14 ha sbandato andando a scontrarsi frontalmente con un Tir francese, condotto da Jacques Pisanelli, di 42 anni. L'urto è stato estremamente violento. I primi soccorritori non sono riusciti ad aprire un varco tra le lamiere contorte. Solo l'arrivo dei vigili del fuoco ha permesso di estrarre dalla vettura i corpi del prof. Mila e della moglie. Mentre la salma della signora Francesca era composta nella camera mortuaria del cimitero di Avise, piccolo comune non lontano da Runaz, Massimo Mila veniva ricoverato nel reparto rianimazione dell'ospedale di Aosta con la frattura di un omero, fratture costali e una forte contusione polmonare. «Se non vi saranno complicazioni potrebbe essere ristabilito anche fra dieci giorni — ha detto il medico di guardia —, ma l'età e le condizioni dei polmoni consigliano la riserva di prognosi. Appena le condizioni del ferito saranno migliorate si penserà a ridurre anche la frattura del braccio». Al capezzale di Massimo Mila, che ha 71 anni ed abita a Torino in corso Mediterraneo 130, sono accorsi in serata parenti e amici. Molto noto nel mondo della cultura, imprigionato per cinque anni durante il fascismo, il musicologo era recentemente al centro di un dibattito sulla pena di morte alla quale si era dichiarato favorevole in un articolo pubblicato recentemente da La Stampa. Mercoledì sera era stato ospite degli studenti del liceo classico Gioberti di Torino ai quali aveva esposto le sue tesi nel corso di un'assemblea.
Roberto Reale ("La Stampa", 27 febbraio 1981)
Roberto Reale ("La Stampa", 27 febbraio 1981)
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