Il World Bach-Fest impone a noi clavicembalisti di suonare su uno strumento gravemente scordato e con delle corde rotte. Fra i miei colleghi ho visto la rassegnazione alla contingenza oppure la migrazione al pianoforte. Io rifiuto di suonare. Per rispetto del pubblico, di Bach, e di me stesso. Soffocare la voce di un artista è uno dei più grandi segni di inciviltà di una società.
Il clavicembalo stonato e con alcune corde rotte |
Ma ciò che più mi amareggia è che quella stessa superficialità e approssimazione che il maestro Bahrami descrive come uno degli aspetti più tristi del nostro tempo, si sia riuscita ad insinuare anche nel World Bach-Fest.
Nonostante le segnalazioni mie e degli altri clavicembalisti e la nostra disponibilità ad effettuare l’accordatura, non si è voluto nemmeno reperire la chiave per accordare.
Ma se da un lato questa approssimazione e indifferenza è riuscita ad arrivare sino ai vertici del Bach-Fest, dall’altro, sui Social Network, si è mossa e si sta muovendo l’indignazione di chi invece rappresenta lo spassionato amore per l’arte e per Bach.
Chiedo che questo mio appello arrivi al maestro Bahrami, a lui che certamente sa quanto è grave che ad un artista venga tolta o limitata la possibilità di esprimere il proprio canto.
Il clavicembalo è lo strumento per il quale Bach scriveva.
Mi piace dire che suono uno strumento morto 250 anni e tuttavia ancora assolutamente attuale.
Uno strumento che ti obbliga a guardare i dettagli, a entrare nelle pieghe più sottili dell’arte e dell’anima.
Sono fiero di poter firmare questo appello con il titolo di “custode” della parola “clavicembalista”, scelto in quanto tale dalla Società Dante Alighieri, con il compito di difenderne l’integrità, la dignità e il valore.
Luca Oberti (www.lucaoberti.it)----------------------------------
Gentile Maestro Oberti,
leggo il Suo messaggio solo oggi in quanto, come avrà avuto modo di vedere, sono stati per me giorni massacranti, anche se ricchi di soddisfazioni: le immagini di Firenze in queste tre giornate rimarranno a lungo nella nostra memoria. Nella giornata di ieri ho presentato alle tre del mattino il film dedicato al Maestro Weissenberg, ho dedicato tutta la mattina alle master class per i giovani e nel pomeriggio ho dapprima fatto da interprete per il Dottor Glöckner, dopodiché ho avuto l’incontro con Vinicio Capossela e il concerto con le Variazioni Goldberg. Davvero non avevo tempo per connettermi a Facebook.
Tornerò dopo al successo del WBF, totalmente inaspettato nelle sue dimensioni. Da musicista a musicista mi preme dirLe senza alcuna incertezza che condivido tutta la Sua amarezza e giudico davvero deprimente quanto Le è successo, che non conoscevo e che La ringrazio di avermi comunicato. Comprenderà che il mio ruolo nella manifestazione aveva un contenuto prevalentemente musicale, più che organizzativo, anche se ho aiutato in questi aspetti in tutti i modi in cui ho potuto, ma non voglio “lavarmi le mani”.
Mi spiace enormemente leggere ciò che Lei scrive, proprio all’interno di una manifestazione che aveva come unico scopo di esaltare il grande Johann Sebastian.
Naturalmente mi riprometto di verificare cosa sia esattamente successo e perché, perché nel Suo messaggio dice bene: odio la superficialità.
Il successo di questo WBF, ben al di là di ogni previsione, è dovuto al contributo di tanti volontari, e soprattutto di tanti musicisti e critici che si sono messi a disposizione. Qualche piccolo inconveniente era da mettere in preventivo, visto il succedersi enorme di concerti e avvenimenti, ma il verbo “imporre” è totalmente estraneo al mio mondo, musicale e non. Voglio immaginare che ci siano state delle ragioni serie che hanno impedito di risolvere il suo problema. Francamente poco importa che si parli di un clavicembalo o di un altro strumento: La ringrazio di avermi messo al corrente di un fatto che non avrebbe dovuto avvenire e che non dovrà avvenire più.
Colgo l’occasione per ringraziare Lei, insieme a tutti, ma proprio tutti, i musicisti che con grande generosità hanno aderito a questa iniziativa. Lo hanno fatto tutti con assoluto disinteresse, nel nome di Bach. Non appena l’organizzazione me lo fornirà, desidero riportare l’elenco completo e definitivo di tutti gli artisti partecipanti sulla mia pagina personale di Facebook.
Se e quando ci incontreremo sarò lieto di poterLa conoscere personalmente.
Ramin Bahramileggo il Suo messaggio solo oggi in quanto, come avrà avuto modo di vedere, sono stati per me giorni massacranti, anche se ricchi di soddisfazioni: le immagini di Firenze in queste tre giornate rimarranno a lungo nella nostra memoria. Nella giornata di ieri ho presentato alle tre del mattino il film dedicato al Maestro Weissenberg, ho dedicato tutta la mattina alle master class per i giovani e nel pomeriggio ho dapprima fatto da interprete per il Dottor Glöckner, dopodiché ho avuto l’incontro con Vinicio Capossela e il concerto con le Variazioni Goldberg. Davvero non avevo tempo per connettermi a Facebook.
Tornerò dopo al successo del WBF, totalmente inaspettato nelle sue dimensioni. Da musicista a musicista mi preme dirLe senza alcuna incertezza che condivido tutta la Sua amarezza e giudico davvero deprimente quanto Le è successo, che non conoscevo e che La ringrazio di avermi comunicato. Comprenderà che il mio ruolo nella manifestazione aveva un contenuto prevalentemente musicale, più che organizzativo, anche se ho aiutato in questi aspetti in tutti i modi in cui ho potuto, ma non voglio “lavarmi le mani”.
Mi spiace enormemente leggere ciò che Lei scrive, proprio all’interno di una manifestazione che aveva come unico scopo di esaltare il grande Johann Sebastian.
Naturalmente mi riprometto di verificare cosa sia esattamente successo e perché, perché nel Suo messaggio dice bene: odio la superficialità.
Il successo di questo WBF, ben al di là di ogni previsione, è dovuto al contributo di tanti volontari, e soprattutto di tanti musicisti e critici che si sono messi a disposizione. Qualche piccolo inconveniente era da mettere in preventivo, visto il succedersi enorme di concerti e avvenimenti, ma il verbo “imporre” è totalmente estraneo al mio mondo, musicale e non. Voglio immaginare che ci siano state delle ragioni serie che hanno impedito di risolvere il suo problema. Francamente poco importa che si parli di un clavicembalo o di un altro strumento: La ringrazio di avermi messo al corrente di un fatto che non avrebbe dovuto avvenire e che non dovrà avvenire più.
Colgo l’occasione per ringraziare Lei, insieme a tutti, ma proprio tutti, i musicisti che con grande generosità hanno aderito a questa iniziativa. Lo hanno fatto tutti con assoluto disinteresse, nel nome di Bach. Non appena l’organizzazione me lo fornirà, desidero riportare l’elenco completo e definitivo di tutti gli artisti partecipanti sulla mia pagina personale di Facebook.
Se e quando ci incontreremo sarò lieto di poterLa conoscere personalmente.
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Caro Maestro Bahrami,
sono felice della Sua risposta, che ero certo sarebbe arrivata appena possibile.
Vorrei riportare l’attenzione sul fatto che il problema non ha riguardato solo me, ma tutti i clavicembalisti che hanno partecipato, come sa, volontariamente e gratuitamente al World Bach Fest.
Solo nella prima delle esecuzioni previste sabato l’accordatura del clavicembalo era ai limiti della tollerabilità, poi la situazione è degenerata, costringendo gli altri clavicembalisti a migrare al pianoforte oppure a dare forfait.
La situazione era ben chiara allo staff presente a Palazzo Vecchio, dato che mi è stata comunicata appena arrivato e tuttavia è stato inspiegabilmente impossibile rintracciare il tecnico che aveva in cura lo strumento (la più famosa ditta che noleggia pianoforti a Firenze irreperibile?) o trovare una chiave per l’accordatura affinchè potessimo procedere noi stessi alla sistemazione del clavicembalo.
In tutto questo lo staff del World Bach Fest rimpallava la responsabilità fino a quando, messo faccia a faccia con Mario Ruffini, indicatomi come “responsabile”, mi è stato seccatamente detto “Suoni al pianoforte o lasci perdere”.
Trovo che questo sia un alone di superficialità (la odio anch’io) inaccettabile, soprattutto quando proveniente da un vertice organizzativo con competenze artistiche.
Apprezzo la Sua solidarietà, ma noi clavicembalisti, il pubblico, e la comunità dei musicisti indignati che si sta muovendo sui Social Network, chiediamo che la questione venga chiarita, con le scuse per tutti coloro che da questa vicenda hanno riportato un danno e prendendo nettamente le distanze dalla linea manifestata da Mario Ruffini.
Luca Oberti (www.lucaoberti.it)
Vorrei riportare l’attenzione sul fatto che il problema non ha riguardato solo me, ma tutti i clavicembalisti che hanno partecipato, come sa, volontariamente e gratuitamente al World Bach Fest.
Solo nella prima delle esecuzioni previste sabato l’accordatura del clavicembalo era ai limiti della tollerabilità, poi la situazione è degenerata, costringendo gli altri clavicembalisti a migrare al pianoforte oppure a dare forfait.
La situazione era ben chiara allo staff presente a Palazzo Vecchio, dato che mi è stata comunicata appena arrivato e tuttavia è stato inspiegabilmente impossibile rintracciare il tecnico che aveva in cura lo strumento (la più famosa ditta che noleggia pianoforti a Firenze irreperibile?) o trovare una chiave per l’accordatura affinchè potessimo procedere noi stessi alla sistemazione del clavicembalo.
In tutto questo lo staff del World Bach Fest rimpallava la responsabilità fino a quando, messo faccia a faccia con Mario Ruffini, indicatomi come “responsabile”, mi è stato seccatamente detto “Suoni al pianoforte o lasci perdere”.
Trovo che questo sia un alone di superficialità (la odio anch’io) inaccettabile, soprattutto quando proveniente da un vertice organizzativo con competenze artistiche.
Apprezzo la Sua solidarietà, ma noi clavicembalisti, il pubblico, e la comunità dei musicisti indignati che si sta muovendo sui Social Network, chiediamo che la questione venga chiarita, con le scuse per tutti coloro che da questa vicenda hanno riportato un danno e prendendo nettamente le distanze dalla linea manifestata da Mario Ruffini.
Luca Oberti (www.lucaoberti.it)
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