Caspar David Friedrich ad Amburgo.
Discutibilmente trascurato per troppo tempo, Caspar David Friedrich (1774-1840) comincia ad essere rivalutato, come testimonia adesso questa mostra di Amburgo (che segue quella di Essen) in cui sono esposti 70 dipinti ed oltre 120 fra acquerelli e disegni, provenienti da musei e collezioni private. L'occasione permette di capire come, nelle sue opere, temi, colori e segni abbiano scosso la normalità della pittura tedesca ed abbiano sovvertito ogni sicurezza di scuola, con un'audacia di motivi e un'energia inventiva che pare opportuno collegare all'enorme spinta di cambiamento impressa alla storia dalla vicenda musicale tedesca che si iscrive sotto l'insegna del Romanticismo. Per la grandezza del respiro naturale, la libertà degli argomenti trattati, la prospettiva e la ricerca sperimentale che investe ogni momento dell'arte, la pittura di Friedrich può accostarsi alla follia visionaria di Turner, la cui conoscenza in Italia si deve, in primo luogo, alla ricerca coraggiosa e geniale di Francesco Arcangeli, il più acuto e spregiudicato degli allievi di Roberto Longhi. Quanti si avvicinano alla pittura dell'artista tedesco - come consente di farlo compiutamente questa rassegna di Amburgo - ed abbia una qualche confidenza con la pittura di Turner, percepisce lo scardinamento degli equilibri precedenti operato dai due artisti. E la nuova ansia di vita che proviene da quella parte più profonda dell' anima che scavalca i confini del passato per entrare nell'inquietudine inafferrabile e nella fiamma del romanticismo fino a raggiungere il moderno. Da Kleist a Rothko, da De Staël e Kiefer; e da Weber, Schubert, Schumann a Stockausen e Boulez. Nei suoi scritti, Novalis aveva affermato: «Il mondo dev'essere romanticizzato. In questo modo si ritrova il significato delle radici. Questo cambiamento ancora sconosciuto vuol dire identificare il più profondo se stesso in un se stesso migliore». Nel 1813 Friedrich dipinge Der Chausseur im Walde (Il cacciatore nella foresta), pieno d' ombre, di oscurità e di solitudine e nel 1820 Carl Maria von Weber compone Der Freischütz (Il franco cacciatore), dove il compositore introduce nella musica la tematica dell'uomo dannato che si svilupperà nell'Olandese volante di Wagner, ma riprende anche i temi del Flauto magico con quella sorta di prova che attende il protagonista. Nel 1817 il pittore romantico dipinge Wanderer über dem Nebelmeer (Viaggiatore su un mare di nebbia) con il protagonista che contempla l'ampiezza sconfinata del paesaggio in un'unità drammatica con la natura che appartiene a tutto Friedrich. Nel 1827 Franz Schubert scrive la Winterreise (Viaggio d'inverno), il ciclo nel quale si riconosce e si chiarisce il simbolo del viaggiatore romantico. Si apre, così, l'anima del compositore viennese che vive in un rapporto di solitudine e di colloquio intimo con la natura e con gli oggetti e con se stesso. Si scopre in quegli anni, in Friedrich, una posizione che coinvolge tutta la musica (da Weber a Wagner), la anima e l'interpreta con il coraggio delle sue idee e dei suoi motivi. In questa unità di spirito fra musica e pittura, tutto il movimento romantico si espande con pathos crescente; e in questi quadri, in queste note si avverte che è proprio un cammino poetico che racconta la storia umana.
Discutibilmente trascurato per troppo tempo, Caspar David Friedrich (1774-1840) comincia ad essere rivalutato, come testimonia adesso questa mostra di Amburgo (che segue quella di Essen) in cui sono esposti 70 dipinti ed oltre 120 fra acquerelli e disegni, provenienti da musei e collezioni private. L'occasione permette di capire come, nelle sue opere, temi, colori e segni abbiano scosso la normalità della pittura tedesca ed abbiano sovvertito ogni sicurezza di scuola, con un'audacia di motivi e un'energia inventiva che pare opportuno collegare all'enorme spinta di cambiamento impressa alla storia dalla vicenda musicale tedesca che si iscrive sotto l'insegna del Romanticismo. Per la grandezza del respiro naturale, la libertà degli argomenti trattati, la prospettiva e la ricerca sperimentale che investe ogni momento dell'arte, la pittura di Friedrich può accostarsi alla follia visionaria di Turner, la cui conoscenza in Italia si deve, in primo luogo, alla ricerca coraggiosa e geniale di Francesco Arcangeli, il più acuto e spregiudicato degli allievi di Roberto Longhi. Quanti si avvicinano alla pittura dell'artista tedesco - come consente di farlo compiutamente questa rassegna di Amburgo - ed abbia una qualche confidenza con la pittura di Turner, percepisce lo scardinamento degli equilibri precedenti operato dai due artisti. E la nuova ansia di vita che proviene da quella parte più profonda dell' anima che scavalca i confini del passato per entrare nell'inquietudine inafferrabile e nella fiamma del romanticismo fino a raggiungere il moderno. Da Kleist a Rothko, da De Staël e Kiefer; e da Weber, Schubert, Schumann a Stockausen e Boulez. Nei suoi scritti, Novalis aveva affermato: «Il mondo dev'essere romanticizzato. In questo modo si ritrova il significato delle radici. Questo cambiamento ancora sconosciuto vuol dire identificare il più profondo se stesso in un se stesso migliore». Nel 1813 Friedrich dipinge Der Chausseur im Walde (Il cacciatore nella foresta), pieno d' ombre, di oscurità e di solitudine e nel 1820 Carl Maria von Weber compone Der Freischütz (Il franco cacciatore), dove il compositore introduce nella musica la tematica dell'uomo dannato che si svilupperà nell'Olandese volante di Wagner, ma riprende anche i temi del Flauto magico con quella sorta di prova che attende il protagonista. Nel 1817 il pittore romantico dipinge Wanderer über dem Nebelmeer (Viaggiatore su un mare di nebbia) con il protagonista che contempla l'ampiezza sconfinata del paesaggio in un'unità drammatica con la natura che appartiene a tutto Friedrich. Nel 1827 Franz Schubert scrive la Winterreise (Viaggio d'inverno), il ciclo nel quale si riconosce e si chiarisce il simbolo del viaggiatore romantico. Si apre, così, l'anima del compositore viennese che vive in un rapporto di solitudine e di colloquio intimo con la natura e con gli oggetti e con se stesso. Si scopre in quegli anni, in Friedrich, una posizione che coinvolge tutta la musica (da Weber a Wagner), la anima e l'interpreta con il coraggio delle sue idee e dei suoi motivi. In questa unità di spirito fra musica e pittura, tutto il movimento romantico si espande con pathos crescente; e in questi quadri, in queste note si avverte che è proprio un cammino poetico che racconta la storia umana.
Duilio Courir (Corriere della Sera, 4/11/2006)
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