Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

domenica, agosto 22, 2021

Claudio Monteverdi & Marco Longhini

Frai
Claudio MONTEVERDI
(1567-1643)

Musicista (Cremona 1567 - Venezia 1643), figlio del medico Baldassarre. Studiò contrappunto e viola con M. A. Ingegneri. Passò poi, ventiduenne, alla corte di Mantova quale violista e, dal 1603, maestro di cappella. Dal 1613 alla morte ebbe tale titolo a S. Marco a Venezia. Compì viaggi in Ungheria, nelle Fiandre (importante quest'ultimo per le sue esperienze artistiche) oltre che a Roma, Milano, Bologna, ecc. Dalla moglie Claudia Cattaneo, morta nel 1607, ebbe due figli: Francesco, che fu musicista, e Massimiliano. Carattere dell'arte monteverdiana è l'estrema, quasi ostentata (ma non mai fine a sé stessa) libertà da ogni teoria, in vista della massima intensità espressiva nella più ridotta semplicità dei mezzi. Servire l'espressione del testo (dell'"oratione" com'egli diceva), valendosi per questo della melodia e del ritmo e, in modo ancora inusitato, dell'armonia, fu il suo segreto. Il quale determinò contro di lui le più acri animosità da parte dei tradizionalisti e, in particolare, del canonico G. M. Artusi. Pure richiamandosi ai modi tonali medievali. M. contribuiva con le sue dissonanze non "preparate" a sviluppare il senso delle funzioni che si congegnano nella tecnica tonale moderna. Sempre in regime di polifonica compattezza, già il I libro dei Madrigali a 5 voci (pubbl. 1587) mostra audacia armonica (quinte e ottave parallele, dissonanze, ecc.) e melodica (salti di nona e undecima) che serve però all'espressione musicale delle parole più importanti. Nel II libro (1590) compaiono musiche mai più superate da altri compositori per la immateriale loro perfezione, e stilisticamente interessanti per la frequente adozione della struttura ternaria in seguito tanto fortunata. Un primo saggio di rottura della compattezza polifonica mediante ricorso a passi in stile recitativo, il rilevarsi di una sulle altre voci e l'annuncio della tonalità moderna si notano nel III libro (1592) e ancor più nel IV (1604) e nel V (1605). Le "false relazioni", gli accordi di 5ª, di 9ª, gli intervalli di tritono, di 5ª minore, di 7ª diminuita, non preparati, si risolvono in cadenze tonali moderne. Recitativi e "concertati" (dialoghi o monologhi commentati da voci e da strumenti) si aprono spesso qua e là. Novità di grandissimo rilievo, anche per la disposizione delle parti in concorso, conducono dal VI (1614) al VII (1619) e all'VIII libro (Madrigali guerrieri ed amorosi, 1638) a suprema varietà e libertà di atteggiamenti, ove il contrappunto è spesso ridotto per favorire il coro ad accordi verticali tra i quali si inquadrano passi monodici o dialoghi a 2 o a 3 voci. Nascono in tale ambiente composizioni come il dialogo concertato a 7 Presso un fiume tranquillo, libro VI (ove il coro racconta la vicenda e i solisti rappresentano i personaggi, come accadrà nel corso del Seicento con la cantata) o alcuni concertati che saggiano vari strumenti (VII, VIII), balletti melodrammatici in stile rappresentativo quali Il Ballo delle ingrate e Il combattimento di Tancredi e Clorinda, il secondo con una voce (quasi di Storico da oratorio) per narrare la vicenda e una per ciascuno degli attori. Qui M., per completare l'effetto dell'"oratione", si giova anche di uno "stile concitato" a mo' del tempo pirrichio dei Greci, rendendovi il tremolo degli archi. Altri madrigali e arie in recitativo, canzonette e madrigali a 2 e a 3 voci apparvero poi sotto vari titoli nel 1632 e, postumi, nel 1651. Il genio di M., per eccellenza drammatico, aveva già nei madrigali e nelle diverse musiche sacre che veniva producendo affermazioni chiarissime. Anche più deciso il tratto drammatico, o comunque il rappresentativo (che è tratto barocco) nelle opere che M. scrisse per il teatro. Già nell'Orfeo (testo di A. Striggio junior, Mantova 1607) il melodramma raggiunge, pochi anni dopo la sua nascita, vette difficilmente superabili, specie per l'equilibrio tra i momenti esplicitamente narrativi (ossia d'azione) e lirici, risolti gli uni negli altri senza sensibile discontinuità. Ingagliardita l'espressione nei recitativi; rivolto il declamato più che alla singola parola all'empito affettivo dell'intera frase e situazione drammatica; ricchezza, sino allora inaudita, di moti musicali, dal canto a solo a quello a più voci, dal monologo ai cenni di dialogo, dalla strumentalità alla vocalità. Della seconda opera, Arianna (Rinuccini, Mantova 1608), rimane la musica del celebre Lamento scritta nell'impressione della morte della moglie Claudia; essa testimonia della purezza ellenica cui era giunta la pur intensa e fervidissima espressione dell'arioso monteverdiano; la fortuna che arrise a questo lamento indusse M. a comporne anche una versione polifonica. Dalle ricchezze dell'orchestra mantovana si passa, con Il ritorno di Ulisse in patria (G. Badoaro, Venezia 1642), a ridotte schiere strumentali e vocali. Dopo questa opera in parte affrettata si arriva all'ultima, L'incoronazione di Poppea del 1643 (perdute sono andate le musiche di La finta pazza Licori, Mercurio e Marte, Vittoria d'Amore, Adone, Le nozze di Enea e Lavinia e tutta l'Andromeda [in collaborazione] tranne un minuscolo frammento del prologo), nella quale M. seppe compensare le veneziane deficienze di mezzi vocali e strumentali sia con il geniale partito tratto dal materiale disponibile (per es., alla morte di Seneca, con l'ascendente implorazione dei discepoli, che supplisce a una massa corale) sia con una nuova varietà tra forme chiuse e recitativo, con un'audacissima intensificazione del linguaggio (specialmente in fatto di armonia) e soprattutto con la più ricca e intimamente drammatica invenzione melodica. Introduceva il maestro nella storia dell'arte musicale un capolavoro, specie per la complessità di vita nel personaggio, giustificante il raffronto, spesso proposto dagli studiosi, con il dramma shakespeariano. E l'Incoronazione può esser considerata una delle pietre miliari del dramma musicale attraverso i secoli. Molto ricca è anche la produzione monteverdiana di genere sacro e religioso, che dalle Sacrae Cantiunculae a 3 voci (1582), attraverso la raccolta del 1610 giunse a quella del 1651. La raccolta raduna musiche di diverso carattere: una Messa, per es., in onore della B. Vergine, a 6 voci, ultima riassunzione (con l'altra Messa del 1641) di stilistiche già dissuete, e i concerti sacri, ben più liberi nello slancio impetuoso del ritmo, nel sorprendente mutarsi delle disposizioni foniche, nel vivace gioco coloristico delle voci e degli strumenti: pagine ferventi d'un lirismo di tono barocco. Dopo una lunga parentesi d'oblio, M. è stato ripreso in considerazione (basti pensare alla riedizione di tutta la sua musica, a cura di G. F. Malipiero) quale uno dei più grandi maestri della civiltà musicale. (Treccani)

Delitiae Musicae
voci: Costa, Carmignani, Fanciulacci, Fùrnari, Scavazza, Testolin
strumenti: Piantelli, Leoni, Contadin, Colonna
Marco Longhini
Chiesa di Novaglie (VR) - 6-10 giugno 2001
Naxos Early Music 8.555307 DDD 1 CD (63:47) | (p) 2002
Delitiae Musicae
voci: Costa, Carmignani, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Vargetto
strumenti: Eguez, Gato, Leoni, Colonna
Marco Longhini
Chiesa di San Briccio, Verona - 27-31 luglio 2001
Naxos Early Music 8.555308 DDD 1 CD (62:24) | (p) 2003
Delitiae Musicae
voci: Carmignani, Schofrin, Ghiringhelli, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Testolin
strumenti: Piantelli, Leoni
Marco Longhini
Chiesa di San Pietro in Vincoli, Azzago (VR) - 26-31 maggio 2002
Naxos Early Music 8.572136 DDD 1 CD (69:06) | (p) 2004

Delitiae Musicae
voci: Carmignani, Costa, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Testolin
strumenti: Piantelli, Leoni
Marco Longhini
Chiesa di San Pietro in Vincoli, Azzago (VR) - 28 luglio / 2 agosto 2002
Naxos Early Music 8.555310 DDD 1 CD (73:46) | (p) 2005

Delitiae Musicae
voci: Carmignani, Costa, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Testolin, Arrivabene, Allegrezza, Benetti
strumenti: Piantelli, Leoni, Bonetti, Contadin, Prada, Angilella Dell'Agnello, Colonna
Marco Longhini
Chiesa di San Pietro in Vincoli, Azzago (VR) - 5-10 aprile 2003
Naxos Early Music 8.555311 DDD 1 CD (78:34) | (p) 2006

Delitiae Musicae
voci: Carmignani, Costa, Arrivabene, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Testolin
strumenti: Bonetti, Piantelli, Leoni, Zanon, Mares, Cagnetta, Contadin, Bovo, Colonna
Marco Longhini
Chiesa di San Pietro in Vincoli, Azzago (VR) - 21-25 luglio 2003 (Sesto Libro)
Chiesa di San Pietro in Vincoli, Azzago (VR) - 14-18 maggio 2006 (altro)
Naxos Early Music 8.555312-13 DDD 2 CD's (68:48 & 76:32) | (p) 2007

Delitiae Musicae
voci: Carmignani, Costa, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Radaelli, Testolin
strumenti: Bonetti, Piantelli, Leoni, Gugole, Mares, Cabrio, Pedronetto, Contadin, Pasetto, Prada, Galligioni, Sbrogiò, Rosasalva, Favaro, Dellisanti
Marco Longhini
Chiesa di San Briccio, Verona - 29 aprile / 5 maggio 2004
Naxos Early Music 8.555314-16 DDD 3 CD's (58:14, 61:20 & 43:11) | (p) 2008

Delitiae Musicae
voci: Carmignani, Costa, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Longo, Testolin, Benetti, Borciani
basso continuo: Graziolino, Prosser, Piantelli Contadin, Leoni, Zanon, Rossi, Prada, Yacus
viole da gamba: Contadin, Prada, Croce, Cernuto
archi barocchi: Mares, Baldan, Pedronetto di Vincenzo, Bovo,Sbrogiò Rosasalva, de Ziller, Dellisanti 
Marco Longhini
Chiesa di San Briccio, Verona - 3-10 giugno & 11-20 luglio 2005
Naxos Early Music 8.573755-58 DDD 4 CD's (55:57, 58:37, 59:12 & 47:55) | (p) 2017

"Scherzi musicali" (1632)
Delitiae Musicae
voci: Carmignani, Costa, Fùrnari, Fanciulacci, Scavazza, Testolin
strumenti: Mares, Baldan, Bovo, Piantelli, Prosser, Leoni, Zanon
Marco Longhini
Chiesa di San Pietro in Vincoli, Azzago (VR) - 14-18 maggio 2006
Naxos Early Music 8.555318 DDD 1 CD (74:37) | (p) 2019

Marco Longhini
Si diploma in Direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano e si laurea in Architettura a Venezia (con una tesi dedicata al rapporto fra spazio urbano e spettacolo), dopo o diplomi in Composizione, Canto, Musica Corale e Direzione di Coro al Conservatorio di Padova
Ha diretto orchestre italiane (Pomeriggi Musicale, Angelicum, Milano Classica, Orchestra da Camera di Mantova) e straniere (Enschede Opera House Netherland, Orquesta Ciudad de Granada).
Un lungo itinerario culturale nella musica antica italiana del XVI e del XVII secolo, insieme alla passione verso la ricerca musicologica, lo porta a fondare nel 1992 Delitiæ Musicæ, per l'esecuzione di capolavori del passato, spesso inediti. Vent'anni in questo repertorio, presentandosi in tutta Europa, ne fanno uno dei direttori più seguiti ed amati per il repertorio vocale, l'opera e l'oratorio. Con ricercata tecnica gestuale, a disposizione della sua innata espressività tutta italiana, indaga quell'antica possibilità di una certa musica barocca d'essere emotivamente coinvolgente.
A causa del suo naturale istinto verso la teatralità, Marco Longhini è un direttore molto ricercato nel repertorio operistico pre-Romantico e nella direzione di lavori scenico-rappresentativi: ricordiamo la rappresentazione dell'Orfeo di Monteverdi registrato per la RAI, la Rappresentatione di anima et corpo di Emilio de’ Cavalieri e una produzione, accolta da grande successo, dell'Orfeo di Antonio Sartorio con la regia di Pierluigi Pizzi.
Vanta una vasta discografia (che attualmente raggiunge 25 cd) fra cui spicca l'imponente integrale dei Madrigali di Monteverdi (15 cd) e l'integrale delle Opere profane di Gesualdo da Venosa (5 cd) prodotta dalla casa discografica multinazionale Naxos.
Le sue registrazioni includono inoltre Rappresentatione di anima et corpo di Emilio de' Cavalieri, premiata nel 1999 dalla critica francese con "5 Diapason" e "10 de Répertoire", i Madrigali Pazzia senile e Saviezza giovenile di Adriano Banchieri scelti dalla rivista "CD Classica" quale miglior disco nell'aprile 1999; la Messa e Litanie della Beata Vergine di Claudio Monteverdi, la Cantata e Messa Sciolto havean dell'alte sponde di Giacomo Carissimi che ha ricevuto il Premio italiano "Musica" Cinque Stelle.
Nel 2010 ha aperto il Fribourg Festival registrato dalla Radio Switzerland, eseguendo l'edizione "romana" del Vespro di Claudio Monteverdi, 1610.
Marco Longhini è docente di ruolo al Conservatorio "Luca Marenzio" di Brescia dal 1992 e insegna Direzione di Coro alla Scuola Diocesana Santa Cecilia, di Brescia.
Nel 2010 e nel 2016 è stato invitato in Russia, al Conservatorio di Mosca per tenere una serie di lezioni su Claudio Monteverdi e l'interpretazione della Musica Italiana.

Delitiae Musicae
Si presenta come una plausibile ricostruzione di una cappella musicale del Rinascimento italiano. Fondato nel 1992 da Marco Longhini, l’ensemble si è fatto rapidamente apprezzare dal pubblico internazionale come uno dei più interessanti e innovativi gruppi vocali maschili di musica antica italiana.
Richiesti da alcuni dei più importanti Festival di musica antica fra cui San Maurizio di Milano, Festival Monteverdi di Cremona, Oude Musik di Utrecht Delitiae Musicae è sempre stato accolto con entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica.
Particolare successo hanno riscosso Il Pastor fido di Gianbattista Guarini al “Festival Claudio Monteverdi” di Cremona e al Festival “Oude Musik” di Utrecht, oltre a all’oratorio Jephte di Giacomo Carissimi in varie città spagnole.
Il percorso artistico e musicologico dell’ensemble è testimoniato da un gran numero di registrazioni discografiche che includono opere di Philippe Verdelot, Adrian Willaert, Adriano Banchieri e quattro volumi dedicati alle Messe di Pierluigi da Palestrina.
Delitiae Musicae è ora in contratto esclusivo con la casa discografica Naxos, per la quale ha registrato l’integrale dei Madrigali di Claudio Monteverdi e di Gesualdo da Venosa.
Molti i premi discografici ricevuti dall’ensemble: “Choc-Le monde de la Musique”, “9 de Répertoire” e il Premio 5 stelle della critica spagnola per il disco “Palestrina Jacquet de Mantua” Delitiae Musica. Il Vespro di Natale di Adrian Willaert e i Madrigali La Pazzia senile e la Saviezza giovenile di Adriano Banchieri sono stati scelti quali migliore produzione discografica dalla rivista “CD Classica” nel mese di aprile 1999. 

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