"Una sera, proprio nel momento in cui aveva finito di preparare il suo flauto e i musicisti erano pronti, un domestico gli porse l'elenco degli ospiti che erano arrivati. Con il flauto in mano diede un'occhiata all'elenco, ma immediatamente si rivolse verso i musicisti riuniti e disse, con una certa emozione: " Signori, è arrivato il vecchio Bach". Il flauto venne messo da parte ed il vecchio Bach, che alloggiava in casa del figlio, venne immeditamente convocato a palazzo. Wilhelm Friedemann, che accompagnava il padre mi ha raccontato questo episodio, e debbo dire che ricordo ancora con piacere il modo in cui ne parlava. Allora si usavano complimenti piuttosto verbosi. La prima apparizione di Bach davanti ad un re così grande, che non gli aveva nemmeno lasciato il tempo di togliersi gli abiti da viaggio per mettersi l'abito nero di cantore, deve essere stata necessariamente accompagnata da molte scuse. Non voglio ora diffondermi su queste scuse; dirò soltanto che nel racconto di Wilhelm Friedemann esse costituiscono un vero e proprio dialogo tra il re e Bach che continuava a scusarsi. Ma ciò che più conta è che il re quella sera rinunciò al suo concerto, e invitò Bach, già allora detto "il vecchio Bach" a provare i suoi fortepiano costruiti da Silbermann, che si trovavano in varie stanze del palazzo. I musicisti passarano con lui da una stanza all'altra e in ognuna Bach era invitato a provare gli strumenti e a improvvisare. Dopo un certo tempo Bach chiese al re di dargli un tema per una fuga che egli intendeva eseguire subito, senza alcuna preparazione. Il re ammirò la raffinatezza con cui il suo tema venne usato nella fuga improvvisata e, probabilmente per vedere dove poteva giungere una simile arte, espresse il desiderio di sentire una fuga a sei voci obbligate. Ma poichè non ogni tema si presta a sostenere una armonia così ricca, Bach scelse un altro tema e, con grande meraviglia di tutti i presenti, lo eseguì immediatamente, nello stesso modo sublime e raffinato con cui aveva eseguito il tema del re. Sua Maestà desiderava sentirlo anche all'organo perciò il giorno dopo Bach dovette suonare tutti gli organi di Potsdam, così come il giorno prima era accaduto con i fortepiano di Silbermann. Dopo il ritorno a Lipsia, egli compose il tema ricevuto dal re a tre e a sei voci, aggiunse vari passaggi in canone stretto, lo fece stampare con il titolo Musicalisches Opfer, e lo dedicò al suo inventore."
Nikolaus Forkel, (1749-1818) primo biografo di Bach.
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