Tornando da una lunga tournée all'estero, al valico di ponte San Luigi, tra Mentone e Ventimiglia, esibii, come al solito, il passaporto. La mia macchina era stipata fino all'inverosimile, da bauli e valigie.
Alla domanda di rito del giovane doganiere, su cosa avessi da dichiarare, risposi candidamente: "Nulla, ciò che porto con me, sono, soprattutto, costumi teatrali. Sa.... sono un cantante lirico, io ... !". E così dicendo, gli feci vedere una fotografia del famigerato Rasputin, l'ambiguo personaggio che avevo appena interpretato.
Il giovane, disorientato ed alquanto insospettito, guardando la strana immagine, mi chiese: "Chi è questo barbone?". "Sono io, naturalmente", risposi con fierezza, al che lui, sgranando gli occhi, fissandomi intensamente e confrontandomi con la foto, minaccioso esclamò: "Ma allora, lei si traveste!? Lei usa barba e baffi?! Cambia connotati, insomma! Si metta da parte ed apra tutto!!!". Urlò.
Sotto gli sguardi divertiti di chi, invece, transitava velocemente, rimasi, ahimè, bloccato per ore alla frontiera.
Quella volta, la tanto decantata passione per la lirica non aveva funzionato.
dai "Ricordi teatrali" di Raffaele Arié
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