
Sciocco chi pensa che negli ultimi anni di vita la qualità delle sue composizioni sia peggiorata: pure calunnie dettate da invidia. A mio giudizio è avvenuto proprio il contrario. A non andarmi giù sono le prime opere, per esempio il Sacre: è piuttosto rozza, in larga misura scientemente volta all'effetto esteriore e priva di sostanza vera. E lo stesso devo dire dell'Uccello di fuoco, una pièce che considero francamente sgradevole. Pure, Stravinskij è l'unico compositore del nostro secolo che oserei dire grande senza esitazioni... Tutt'altra questione è quanto russo egli fosse. La sua concezione etica è europea, come mi sembra evidente dalle sue memorie: tutto ciò che dice dei suoi genitori e colleghi è europeo. Un atteggiamento che mi è estraneo. Anche l'idea che Stravinskij ha del ruolo della musica è in tutto e per tutto europea, segnatamente francese. Quando Stravinskij è venuto da noi, in Russia, lo ha fatto da straniero e sembrava addirittura incredibile che fossimo nati a due passi di distanza, io a Pietroburgo e lui poco lontano.
Dimitri Schostakovic (Musica Viva, Anno VI n.4, aprile 1982)
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