Da dove viene? - Nessuno lo sa! - Chi furono i suoi genitori? - Lo si ignora! - Di chi fu allievo? Di un buon maestro; suona infatti in modo eccellente e, poiché possiede intelligenza e cultura, lo si può sopportare e persino consentirgli di dare lezioni di musica. E maestro di cappella lo è stato realmente, soggiungono le persone diplomatiche alle quali egli una volta, in un momento di buon umore, mostrò un documento rilasciato dalla direzione del teatro di corte di ...r nel quale si comunicava che egli, il maestro di cappella Johannes Kreisler, era stato licenziato dal suo incarico per il solo fatto di essersi risolutamente rifiutato di porre in musica un libretto d'opera scritto dal poeta di corte; perché inoltre, più di una volta, a tavola, aveva pubblicamente parlato con disprezzo del primo huomo e aveva mostrato di preferire, con espressioni eccessive quanto incomprensibili, alla prima donna una giovane alla quale aveva dato lezioni di canto; e che tuttavia avrebbe potuto conservare il titolo di maestro di cappella del principe di ...r, anzi addirittura ritornare, se avesse deposto certe stranezze e ridicoli pregiudizi, per esempio che la vera musica italiana era morta, e avesse voluto di buon grado riconoscere l'eccellenza del poeta di corte, da tutti considerato un secondo Metastasio.
Gli amici sostenevano che la natura, nel creare la sua personalità, avesse sperimentato una nuova ricetta e che l'esperimento fosse fallito dal momento che al suo animo sovreccitabile, alla sua fantasia ardente fino a divenire una fiamma divoratrice, era stata mescolata una quantità insufficiente di flemma, così da distruggere quell'equilibrio indispensabile all'artista per vivere in armonia con il mondo e per comporre per lui opere poetiche delle quali esso, anche in un senso più elevato, ha bisogno. Ebbene, sia come sia... Johannes fu sospinto qua e là dalle sue intime visioni e dai suoi sogni come su un mare eternamente fluttuante e parve cercare inutilmente il porto che infine avrebbe dovuto dargli quella pace e quella serenità, senza le quali all'artista è impossibile creare. Così avveniva anche che gli amici non riuscissero a far si che egli scrivesse una composizione o che, una volta scritta, evitasse di distruggerla. A volte componeva di notte in preda alla più viva agitazione - svegliava l'amico che abitava accanto a lui e gli suonava nel più grande entusiasmo tutto ciò che aveva scritto con incredibile rapidità - versava lacrime di gioia per l'opera riuscita - considerava se stesso il più felice degli uomini, ma il giorno successivo - la magnifica composizione era nel fuoco. Il canto aveva su di lui un effetto, si potrebbe dire, dannoso perché la sua fantasia veniva sovreccitata e il suo spirito fuggiva in un regno dove nessuno poteva seguirlo senza pericolo; al contrario si dilettava sovente a elaborare per ore al pianoforte i temi più strani in imitazioni e frasi contrappuntistiche piene di grazia, in passaggi virtuosistici. Se ciò gli riusciva, stava di buon umore per diversi giorni e una certa maliziosa ironia condiva la conversazione con la quale egli rallegrava la piccola, intima cerchia dei suoi amici.
All'improvviso, senza sapere né come né perché, sparì. Molti sostennero di aver notato in lui tracce di pazzia, e in verità era stato visto uscire dalla porta della città saltellando e cantando allegramente, con due cappelli calcati l'uno sull'altro e due rastri infilati come pugnali nella rossa cintura; ciò nonostante i suoi amici più intimi non notarono nulla di particolare dal momento che aveva già avuto in altre occasioni violenti attacchi, causati da un qualche intimo cruccio. Quando tutte le ricerche risultarono vane e gli amici si furono consigliati riguardo un piccolo lascito costituito da pagine di musica e da altri scritti, si fece avanti la signorina von B. e spiegò come solo a lei spettasse di conservare questo lascito per il suo caro maestro e amico che non credeva affatto perduto. Gli amici le consegnarono con gioia tutto ciò che avevano trovato e allorché sul retro bianco di parecchi fogli di musica furono rinvenuti brevi scritti, per lo più umoristici, gettati giù frettolosamente a matita in momenti di vena, la fedele allieva dell'infelice Johannes consentì al fedele amico di farne copia e di diffonderla quale modesta testimonianza di una occasionale ispirazione.
da "Kreisleriana" (Primo ciclo) di E.T.A. Hoffmann
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