Il redattore di questi fogli incontrò con la massima soddisfazione nell'autunno dello scorso anno, a Berlino, il poeta cavalleresco autore del Sigurd, dello Zauberring, della Undine, del Corona ecc. Si parlò molto del bizzarro Johannes Kreisler e si scoprì che doveva essere venuto in contatto in modo estremamente singolare con uno spirito a lui intimamente affine, sebbene venuto al mondo in altro modo. Tra le carte lasciate dal barone Wallborn, un giovane poeta che in seguito ad una delusione d'amore era divenuto pazzo, trovando sollievo nella morte, e la cui storia La Motte Fouqué aveva in precedenza descritto in una novella intitolata Ixion, era stata infatti rinvenuta una lettera che Wallborn aveva scritto a Kreisler, ma non spedita. Anche Kreisler, prima di allontanarsi, aveva lasciato una lettera. Le cose erano andate così. Già da tempo il povero Johannes era ritenuto da tutti pazzo e in realtà tutte le sue azioni, soprattutto la sua vita di artista, erano in così acceso contrasto con ciò che si definisce ragionevole e acconcio, da non lasciar dubbi circa gli intimi turbamenti del suo spirito. Il corso delle sue idee divenne sempre più eccentrico, sempre più confuso; così, per esempio, prima di fuggire da quel luogo, aveva molto parlato dell'amore infelice di un usignolo per un garofano rosso porpora, il tutto (così riteneva) non era tuttavia altro che un Adagio e questo, a sua volta, un'uníca lunga nota tenuta di Giulietta, sulla quale Romeo si librava nell'alto dei cieli, pieno di amore e di beatitudine. Infine mi confessò di aver deciso la propria morte e che si sarebbe trafitto, nel bosco vicino, con una quinta aumentata. Insomma, spesso il suo dolore più alto diveniva, in modo orribile, scurrile. Ancora durante la notte in cui prese definitivo congedo, portò al suo intimo amico Hoffmann una lettera sigillata con cura, con la pressante preghiera di inoltrarla subito alle autorità. Ciò tuttavia non fu possibile, poiché la lettera portava questo strano indirizzo:
All'amico e compagno d'amore,
di dolore e di morte!
Da inoltrare nel mondo, vicino
al grande cespuglio di spine,
al confine della ragione.
Cito
per bonté
La lettera fu conservata chiusa e si lasciò al caso di stabilire con maggior precisione chi fosse l'amico e compagno. Ciò avvenne. La lettera di Wallborn, della quale diede benignamente comunicazione La Motte Fouqué, stabilì infatti al di là di ogni dubbio che Kreisler, parlando di amico, non aveva inteso altri se non il barone Wallborn. Entrambe le lettere furono pubblicate, con prefazione di Fouqué e Hoffmann, nel terzo e ultimo fascicolo di «Le Muse», ma possono anche ben precedere i Kreisleriana, compresi nell'ultimo volume dei Pezzi fantastici, poiché il singolare incontro di Wallborn e di Kreisler non potrà essere indifferente al benevolo lettore, per poco che egli si sia affezionato al bizzarro Johannes.
Così come del resto Wallborn divenne pazzo per una delusione d'amore, anche Kreisler pare essere stato portato al culmine della pazzia da un amore assolutamente irreale per una cantante; per lo meno, il riferimento a ciò è contenuto in uno scritto da lui lasciatoci e intitolato L'amore dell'artista. Questo scritto, così come altri ancora che costituiscono un ciclo sulla pura spiritualità in musica, potrebbe forse ben presto apparire in un volume, sotto il titolo: Momenti lucidi di un musicista pazzo.
da "Kreisleriana" di E.T.A. Hoffmann (Secondo ciclo)
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