Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

giovedì, giugno 29, 2006

Il barbiere di Madrid

Al teatro La Zarzuela di Madrid stavamo ultimando le prove de Il Barbiere di Siviglia di Rossini. La parte di Figaro era stata affidata al bravo baritono Enzo Sordello.
Dopo una "generale" assai faticosa, decidemmo di permetterci una cena coi fiocchi in uno dei ristoranti più in voga della capitale spagnola. Detto fatto.
Il locale era pieno zeppo di gente molto chic, l'ambiente assai elegante, e numerosi camerieri volteggiavano indaffarati, stretti in impeccabili frac. Ordinammo delle golosità come Gazpacho, Paella alla valenciana, Asado e non so cosa ancora. Eravamo affamatissimi, dopo aver trascorso quasi tutto il giorno in teatro.
Pregustando quelle delizie culinarie, l'amico spazientito, tamburellando con le dita sul tavolo canticchiava il sestetto dei secondo atto del Barbiere: "E' il cervello, poverello, già stordito, sbalordito...", solo che, storpiando volutamente le parole, diceva: "E il Sordello poverello, già stordito, sbalordito, non ragiona, si confonde, si riduce ad impazzar". Appena vide arrivare il primo piatto, s'infilò velocemente il tovagliolo nel colletto a mo' di bavagliolo ed impugnando
forchetta e coltello si preparò all'attacco.
Il nostro maitre era un signore anziano, alquanto sussiegoso, ed impettito nel suo frac dallo sparato inamidato.
Vedendo come l'amico si era combinato con il tovagliolo, come se si trovasse in una trattoria a Trastevere, gli si avvicinò sussurrandogli tra i denti indispettito: "Barba o capelli, Signore?", fissandolo negli occhi con sguardo provocatorio.
Il buon Enzo rimase per un po' interdetto, ma poi, ripresosi, gli disse ad alta voce: "Solo capelli, prego! La barba, se vuole gliela faccio io domani sera in teatro, perché IL BARBIERE sono io".

dai "Ricordi Teatrali" di Raffaele Ariè

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grande!