Caro signor Schönberg,
la Sua lettera mi ha fatto molto piacere. Splendido così tanti concerti! Quando sarà quello di Monaco? Lo aspetto con gioia. Un'intera serata a Parigi - fantastico! Tramite Le Fauconnier potrei forse ottenere qualcosa dalla stampa. Le farebbe piacere? Sono contento che Lei abbia una bella casa. Forse a gennaio verremo a Berlino.
Passiamo adesso al Cavaliere azzurro! Non uscirà prima della metà di gennaio, forse addirittura alla fine. Perciò Lei ha un mese abbondante per il Suo articolo. Il primo numero senza Schönberg! No, non se ne parla neppure. Avremo circa 3-4 articoli di musica - dalla Francia e dalla Russia. Ce n'è uno molto ampio, intitolato Musicologia; viene da Mosca e mette tutto sossopra. Ci mandi 10-15 pagine! Come ho già detto - non si può fare a meno di Schönberg.
Vedo moltissime cose nei Suoi quadri (che ho ricevuto ieri dallo spedizioniere: siamo di nuovo a Monaco da soli due giorni). In particolare due radici:
1) un realismo «puro», cioè le cose come sono e come suonano interiormente. E' quel che ho preconizzato nel mio libro come «fantasia nella materia più dura». E' agli antipodi della mia arte e tuttavia... trae alimento interiore dalla medesima radice: la sedia vive, la linea vive - ciò ha in fin dei conti il medesimo significato. In generale, amo molto questa «fantasia» e, in particolare, nei Suoi quadri: Selbstportrait [Autoritrattol, Garten [Giardino] (non è quello che volevo, ma è ugualmente molto buono).
2) la seconda radice - l'astrazione dalla materia, il suono mistico-romantico (quindi anche quello a cui lavoro io) mi piacciono già meno in questo tipo di applicazione del principio. Comunque... anche cose del genere vanno bene e mi interessano molto.
Anche in Kokoschka vi è (l'ho visto tre anni fa, quindi «vi era») questo secondo suono (= radice) + l'elemento «bizzarro»! Ciò mi interessa (lo guardo voleritieri), ma non mi fa vibrare interiormente. E' per me troppo vincolante, troppo preciso. Quando un sentimento si muove dentro di me, allora scrivo (non lo dipingerei mai). E dico semplicemente: aveva un volto bianco e labbra nere. Questo mi basta, vale a dire ciò ha per me un significato ulteriore. Ecco che cosa sento con sempre maggiore intensità: in ogni opera deve rimanere uno spazio libero, cioè essa non deve vincolare! Forse non è una legge «eterna», ma una legge di «domani». Sono modesto e mi accontento di «domani»! Oh, sì!
Mi scriva, per favore, quale impressione riceverà dai miei dipinti esposti nella Neue Secession. In effetti, sono sempre stato certo che Lei avrebbe capito e apprezzato Gabriele Münter. In generale, pochi sono in grado di capire la sua sensibilità. Sì, la massa ha una pelle da elefante. Io non ho problemi: colpisco questi cari animaletti fino a riempirli di bernoccoli. I mezzi che noi usiamo qui si incontrano alla perfezione. Dunque, dia veramente filo da torcere ai berlinesi! Devono sudare e contorcersi. Certo, non è il caso di sforzarsi espressamente di ottenere questo risultato. Ho un amico che, quando saluta, stringe involontariamente la mano con tanta energia che ognuno grida: ahi! Subito dopo si scusa. Noi non siamo così ben educati.
Ho molto lavoro. E un gran desiderio di dipingere. Perché c'è così poco tempo? Sento questo tempo con particolare intensità, sento che in futuro noi tutti «vivremo» spesso. Cioè fisicamente. E questa lunga, lunga strada.
Le stringo cordialmente la mano. Entrambi salutiamo Lei e Sua moglie. La Sua bambina è completamente guarita?
la Sua lettera mi ha fatto molto piacere. Splendido così tanti concerti! Quando sarà quello di Monaco? Lo aspetto con gioia. Un'intera serata a Parigi - fantastico! Tramite Le Fauconnier potrei forse ottenere qualcosa dalla stampa. Le farebbe piacere? Sono contento che Lei abbia una bella casa. Forse a gennaio verremo a Berlino.
Passiamo adesso al Cavaliere azzurro! Non uscirà prima della metà di gennaio, forse addirittura alla fine. Perciò Lei ha un mese abbondante per il Suo articolo. Il primo numero senza Schönberg! No, non se ne parla neppure. Avremo circa 3-4 articoli di musica - dalla Francia e dalla Russia. Ce n'è uno molto ampio, intitolato Musicologia; viene da Mosca e mette tutto sossopra. Ci mandi 10-15 pagine! Come ho già detto - non si può fare a meno di Schönberg.
Vedo moltissime cose nei Suoi quadri (che ho ricevuto ieri dallo spedizioniere: siamo di nuovo a Monaco da soli due giorni). In particolare due radici:
1) un realismo «puro», cioè le cose come sono e come suonano interiormente. E' quel che ho preconizzato nel mio libro come «fantasia nella materia più dura». E' agli antipodi della mia arte e tuttavia... trae alimento interiore dalla medesima radice: la sedia vive, la linea vive - ciò ha in fin dei conti il medesimo significato. In generale, amo molto questa «fantasia» e, in particolare, nei Suoi quadri: Selbstportrait [Autoritrattol, Garten [Giardino] (non è quello che volevo, ma è ugualmente molto buono).
2) la seconda radice - l'astrazione dalla materia, il suono mistico-romantico (quindi anche quello a cui lavoro io) mi piacciono già meno in questo tipo di applicazione del principio. Comunque... anche cose del genere vanno bene e mi interessano molto.
Anche in Kokoschka vi è (l'ho visto tre anni fa, quindi «vi era») questo secondo suono (= radice) + l'elemento «bizzarro»! Ciò mi interessa (lo guardo voleritieri), ma non mi fa vibrare interiormente. E' per me troppo vincolante, troppo preciso. Quando un sentimento si muove dentro di me, allora scrivo (non lo dipingerei mai). E dico semplicemente: aveva un volto bianco e labbra nere. Questo mi basta, vale a dire ciò ha per me un significato ulteriore. Ecco che cosa sento con sempre maggiore intensità: in ogni opera deve rimanere uno spazio libero, cioè essa non deve vincolare! Forse non è una legge «eterna», ma una legge di «domani». Sono modesto e mi accontento di «domani»! Oh, sì!
Mi scriva, per favore, quale impressione riceverà dai miei dipinti esposti nella Neue Secession. In effetti, sono sempre stato certo che Lei avrebbe capito e apprezzato Gabriele Münter. In generale, pochi sono in grado di capire la sua sensibilità. Sì, la massa ha una pelle da elefante. Io non ho problemi: colpisco questi cari animaletti fino a riempirli di bernoccoli. I mezzi che noi usiamo qui si incontrano alla perfezione. Dunque, dia veramente filo da torcere ai berlinesi! Devono sudare e contorcersi. Certo, non è il caso di sforzarsi espressamente di ottenere questo risultato. Ho un amico che, quando saluta, stringe involontariamente la mano con tanta energia che ognuno grida: ahi! Subito dopo si scusa. Noi non siamo così ben educati.
Ho molto lavoro. E un gran desiderio di dipingere. Perché c'è così poco tempo? Sento questo tempo con particolare intensità, sento che in futuro noi tutti «vivremo» spesso. Cioè fisicamente. E questa lunga, lunga strada.
Le stringo cordialmente la mano. Entrambi salutiamo Lei e Sua moglie. La Sua bambina è completamente guarita?
Suo Kandinsky
da Arnold Schönberg - Wassily Kandinsky: Musica e Pittura (SE 112, 2002)
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