Ringrazio per l'occasione che mi viene concessa da questa autorevole Rivista per chiarire con il pubblico italiano la mia posizione riguardo alle ultime polemiche che riguardano il Festival di Salisburgo, da me diretto, e Claudio Abbado. E colgo, innanzitutto, l'occasione per dire basta ad una situazione che ritengo insostenibile, per civiltà e per correttezza professionale: ci sono polemiche che vengono sotterraneamente alimentate dai giornali, indipendentemente dalla nostra volontà, e polemiche che invece vengono portate avanti in segreto dai protagonisti stessi, i quali si compiacciono dei giornali per raggiungere secondi fini. Ora, come direttore del Festival di Salisburgo, non posso accettare ingerenze di alcun tipo, né le accetterò fino a quando sarò io il direttore artistico, neanche da chi, per intenderci, rappresenta o guida grandi compagini orchestrali, sovente ospiti del Festival, come, appunto, Claudio Abbado. Sia chiaro che contro Claudio Abbado non ho nulla di personale, ma sono costretto - e certo non da ieri - a prendere pubblicamente le distanze dal suo atteggiamento e dai suoi metodi, che spesso ricordano il lato peggiore di Herbert von Karajan. Abbado, almeno fino ad oggi, non è il direttore artistico del Festival di Salisburgo. Nonostante questo, spesso e comunque, cerca in ogni modo di imporre ovunque le sue vedute, così come è accaduto a Milano e come accade ormai regolarmente a Berlino, mettendo in difficoltà molti artisti, come Daniel Barenboim, e forse anche la stessa Orchestra dei Berliner Philharmoniker. Ebbene, considerando questo, e senza scendere nei dettagli, ho cancellato dal cartellone del Festival del 1995/1996 un Otello di Verdi che avrebbe visto impegnato Abbado, (così come la scorsa estate ho rifiutato di far dirigere Elektra ad Abbado in quanto c'era già un precedente contratto con Lorin Maazel e i Wiener Philharmoniker), semplicemente perché ho già preso accordi per altre produzioni, e tra questi per una Traviata, che sarà diretta da Riccardo Muti e che verrà a costare molto meno dell'Otello diretto da Abbado. Sono scelte, queste, che opero con normale correttezza, senza sotterfugi, ma alla luce del sole. Quindi respingo, a tal riguardo, pressioni d'ogni sorta, che, se accettate, finirebbero per svilire ed impoverire il Festival stesso, dando magari luogo a produzioni doppie se non triple. Ho sotto contratto per la prossima edizione del Festival artisti come Barenboim, Maazel, Solti, Muti, Dohnanyi e non è possibile che il Festival, ininterrottamente e senza autonomia, debba farsi carico o ospitare le produzioni dei festival pasquali di Abbado: altrimenti, tra un paio d'anni, nessuno, tranne ovviamente Abbado, dirigerà più a Salisburgo in estate. Questi, dunque, i motivi per cui non accetto proposte che già partono svantaggiate, figuriamoci poi se mi si vuol per forza far accettare ciò che non ritengo utile. Non posso permettere - e sia chiaro una volta per tutte, caro Abbado - che il Festival di Pasqua disponga e quello estivo paghi. Se così fosse, allora sarebbe meglio nominare direttore artistico del Festival estivo lo stesso Abbado e lasciare che i Berliner Philharmoniker detengano il primato di unica orchestra ospite.
Gérard Mortier
da Musicalia (Anno III n.15, lug/set 1994)
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