ALCUNI UTILI SUGGERIMENTI
Questi compositori d'oggi non sono più come quelli d'una volta. Non c'è più niente da (1) capire, (2) cantare uscendo, (3) godere.
E' come andare a un film dove non si capisce (1) (ma attenzione a non insistere, perché ci sono anche film di successo senza trama, persino in Walt Disney), (2) le parole che dicono (ma attenzione a evitare i paragoni coì film in una lingua sconosciuta, altrimentì può venire in mente che si debba imparare la lingua sconosciuta), (3) chi è buono e chi è cattivo, chi vince e chi perde (ma attenzione a non fare paragoni con la vita, perché anche nella vita di solito è così).
E poi i rumori, che fanno. Dove sono le armonie di Bach (attenzione che i presenti abbiano ascoltato Bach)? Dove la pienezza di Beethoven? Dove il godimento di Debussy (attenzione perché adesso magari si incontrano gli amanti della musica antica che ignorano Debussy e vi portano il discorso su Beethoven con gli strumenti d'epoca).
Vado a casa, accendo la radio. C'è Stockhausen, sono a tavola, mi va di traverso, o Stockhausen o il cibo. Devo scegliere, uno dei due. Sintonizzo su Eros Ramazzotti o su Onda Verde.
Al concerto c'è Mozart (gioia). Brahms (eh, bene). Schubert (mi perderò un po', ma bello). Di nuovo Brahms (non esageriamo). Petrassi (a che momento c'è Petrassi? Arrivo dopo il caffè, o esco in tempo per andare al cinema? Insomma se lo saltassi? No, perché uno non è sempre in vena, ci vuole la sera giusta). Le ho detto: vieni all'opera, cara? M'ha risposto: come sei caro, come pensi sempre a me! Cosa danno? Ho annunciato: Bartók. Purtroppo le è venuto il mal di capo. (Le ho detto: Stravinsky, ha fatto una pausa, e poi: "ah". Le ho detto: Henze; m'ha domandato: "Chi?". Le ho detto: Sciarrino, ha riattaccato).
Perché interessarmi di quello che scrivono oggi, quando posso godermi un bell'Händel? E' suo quel giornale? Posso dare un'occhiata? Sa, non li compero, perché sono troppo stupidi. No, grazie, non lo porto via, adesso vado a casa, e mi rileggo qualche pagina dei Miserabili. Lei scende a questa stazione? In che direzione va? Ma scherza, no non ho una macchina, anche lei perché si rende schiavo di quella benzina, di quel rumore, di quell'industria che è peggio di quella del disco? Guardi, io fossi in lei farei tutt'altre scelte. La natura, la misura umana. Mi dia retta, guardi che me ne intendo. A proposito: c'è mio cugino che vende un calesse.
Questi compositori d'oggi non sono più come quelli d'una volta. Non c'è più niente da (1) capire, (2) cantare uscendo, (3) godere.
E' come andare a un film dove non si capisce (1) (ma attenzione a non insistere, perché ci sono anche film di successo senza trama, persino in Walt Disney), (2) le parole che dicono (ma attenzione a evitare i paragoni coì film in una lingua sconosciuta, altrimentì può venire in mente che si debba imparare la lingua sconosciuta), (3) chi è buono e chi è cattivo, chi vince e chi perde (ma attenzione a non fare paragoni con la vita, perché anche nella vita di solito è così).
E poi i rumori, che fanno. Dove sono le armonie di Bach (attenzione che i presenti abbiano ascoltato Bach)? Dove la pienezza di Beethoven? Dove il godimento di Debussy (attenzione perché adesso magari si incontrano gli amanti della musica antica che ignorano Debussy e vi portano il discorso su Beethoven con gli strumenti d'epoca).
Vado a casa, accendo la radio. C'è Stockhausen, sono a tavola, mi va di traverso, o Stockhausen o il cibo. Devo scegliere, uno dei due. Sintonizzo su Eros Ramazzotti o su Onda Verde.
Al concerto c'è Mozart (gioia). Brahms (eh, bene). Schubert (mi perderò un po', ma bello). Di nuovo Brahms (non esageriamo). Petrassi (a che momento c'è Petrassi? Arrivo dopo il caffè, o esco in tempo per andare al cinema? Insomma se lo saltassi? No, perché uno non è sempre in vena, ci vuole la sera giusta). Le ho detto: vieni all'opera, cara? M'ha risposto: come sei caro, come pensi sempre a me! Cosa danno? Ho annunciato: Bartók. Purtroppo le è venuto il mal di capo. (Le ho detto: Stravinsky, ha fatto una pausa, e poi: "ah". Le ho detto: Henze; m'ha domandato: "Chi?". Le ho detto: Sciarrino, ha riattaccato).
Perché interessarmi di quello che scrivono oggi, quando posso godermi un bell'Händel? E' suo quel giornale? Posso dare un'occhiata? Sa, non li compero, perché sono troppo stupidi. No, grazie, non lo porto via, adesso vado a casa, e mi rileggo qualche pagina dei Miserabili. Lei scende a questa stazione? In che direzione va? Ma scherza, no non ho una macchina, anche lei perché si rende schiavo di quella benzina, di quel rumore, di quell'industria che è peggio di quella del disco? Guardi, io fossi in lei farei tutt'altre scelte. La natura, la misura umana. Mi dia retta, guardi che me ne intendo. A proposito: c'è mio cugino che vende un calesse.
Musica Viva, Anno XVIII n.3/4, marzo/aprile 1994
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