
Tutto questo seppi dal signor Santarelli. Aggiungo ancora le notizie apprese dall'opera di Andrea Adami che ho già ricordata: "dopo parecchi vani tentativi fatti nel corso di più di cent'anni dai compositori che lo precedettero, di musicare le stesse parole, in forma che potesse essere gradita dai capi della chiesa, Gregorio Allegri vi riuscì infine ed in modo tale da meritare lodi eterne; infatti con poche note, chiare e ben modulate seppe comporre un Miserere che continuerà ad essere cantato negli stessi giorni di ogni anno, anche nei secoli a venire, e concepito con così perfette proporzioni saprà suscitare anche nelle epoche future la stessa meraviglia e rapimento che negli ascoltatori d'oggi».
Tuttavia, l'impressione prodotta da questa musica può essere attribuita forse, in qualche misura, all'ora, al luogo ed alla solennità del cerimoniale che ne accompagna l'esecuzione: il papa ed il conclave stanno prostrati a terra; le candele della cappella e le torce della balaustra vengono spente ad una ad una e l'ultimo versetto di questo salmo si chiude con due cori. Il
I cantori sono scelti tra i migliori, eseguono parecchie prove, in particolare il lunedì della settimana della Passione, dedicato alle ripetizioni ed al perfezionamento dell'esecuzione.
Questa composizione era considerata oggetto di venerazione al punto che avrebbe corso il rischio della scomunica chi avesse tentato di farne una copia. Il Padre Martini mi aveva detto che non ve ne furono mai più di tre copie, eseguite col permesso dell'autorità; una per l'Imperatore Leopoldo, una per il defunto re del Portogallo ed una per sé; fu questa che egli mi permise di copiare a Bologna, ed il signor Santarelli me ne offrì un'altra, tratta dagli archivi della cappella pontificia. Confrontando queste due copie le trovai quasi concordanti, tranne che nel primo versetto. Ho esaminato parecchie copie spurie di questa composizione, in possesso di persone diverse, in cui la melodia del soprano, cioè la parte più alta, era abbastanza corretta, mentre le altre parti differivano notevolmente dall'originale. Questa circostanza mi fa supporre che la parte alta sia stata scritta a memoria, cosa non difficile date le numerose ripetizioni dei versetti durante l'esecuzione, mentre le altre sono state aggiunte in seguito da qualche contrappuntista moderno.
Prima di chiudere il discorso su di un argomento così interessante per gli appassionati di musica sacra, ricorderò ancora un aneddoto, riferitomi dallo stesso Santarelli.
L'Imperatore Leopoldo I, che di musica non era soltanto amante e mecenate, ma anche buon compositore, aveva ordinato al suo ambasciatore a Roma di intercedere presso il Papa perché gli concedesse una copia del celebre Miserere dell'Allegri, per la Cappella imperiale di Vienna. Il favore gli venne accordato e il
Allora, sdegnato, l'Imperatore inviò un corriere espresso da Sua Santità con un lagnanza contro il
Sua Santità, che non se ne intendeva di musica, non riusciva a capire come le stesse note potessero sembrare così diverse, se eseguite in luoghi diversi; ordinò, tuttavia, al suo