Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

venerdì, luglio 06, 2007

Pierre Boulez: "da me a me"

L'autore dialoga "da sé a sé" qui e più avanti dandosi del voi. Per evitare sgradevoli armonici al lettore e non incappare nella cerimoniosità del lei ho preferito il più colloquiale tu.

- Il musicista è sempre sospetto, appena manifesta l'intenzione di dedicarsi a un'introspezione analitica.
- D'accordo, si è considerata volentieri la riflessione sotto l'angolo etereo delle speculazioni «poetiche», posizione prudente, dopo tutto.
- Che ha il vantaggio supremo di rimanere nel vago e di cullarsi in poche formule sperimentate. Gli infimi compiti tecnici non sono giudicati degni di figurare nelle stanze di gala; devono restarsene modestamente nei locali di servizio, e non si privano di rimproverarvi la vostra incongruenza se vi vien voglia di comportarvi altrimenti.
- Effettivamente qualche eccesso c'è stato, riconoscilo: talvolta si è passato nei locali di servizio piú tempo del dovuto; ci sono state mostrate le bollette del gas, della luce, che altro ancora... Si sono passate in rassegna, generosamente, tutte le fatture! Ma tutto questo non risolve meglio il problema! E chi, del resto, può gloriarsi di poterlo mai risolvere?
- Non saresti tuttavia corretto a non costatarlo, si rifiuta in genere l'introspezione sia dalla parte dei Guermantes... dove il regime matrimoniale dei suoni è regolato secondo una tradizione sociale intoccabile, sia dalla parte di Swann... dove l'amore libero è di rigore fra le note. Il che, in fondo, denota una sfiducia molto sintomatica nei riguardi dell'intelligenza, da entrambe le parti. E' il caso di citare Baudelaire?
- Non sarà lui a impedirtelo.
- Certo! ... Ascolta: «Compiango i poeti guidati dal solo istinto; li ritengo incompleti... E' impossibile che un poeta non contenga un critico». Ascolta ancora!
- Ancora Baudelaire?
- «Voglio illuminare le cose con la mia mente e proiettarne il riflesso sulle altre menti». Ascolta sempre!
- Sempre Baudelaire?
- «Lo scopo divino è l'infallibilità nella produzione poetica». Naturalmente si può giocare a lungo con le citazioni...
- E qualche volta a vinciperdi!"
- Ma insomma, non si ha il diritto di tenere in alta stima la propria opinione...
- Ha «fatto le sue prove», non è vero?
- ... specialmente quando rifiuta di confondere poesia e «pascolo della ragione», e «ebrezza del cuore»? Quando esige una metafora «matematicamente esatta»?... Bene, chiudiamo Baudelaire!
- Nessun garante giustificherà mai alcunché...
- Non l'avevo affatto preso come garante; in lui il dono di scrivere è superiore al mio: ha formulato l'esigenza fondamentale meglio di quanto io speri di farlo a parole.
- La modestia, questo peccato capitale!
- Pensavi fosse una professione di fede? Personale, addirittura? Devo proprio aprirti gli occhi.
- Ancora la modestia!
- Mi credi il portavoce, l'alfiere...
- Quale orgia di metafore militari! Stai forse per dire... «dell'avanguardia»?
- ... di una scuola?
- Molti la ritengono aberrante, questa scuola!
- Come? Lasciami di nuovo fare una citazione!
- La necessità è cosí urgente ... ?
- Voglio mostrarti la mia cultura! Ecco il testo: «Dovrei pregarlo di notare, su questo argomento, che quando un'opinione viene abbracciata da parecchie persone dotte, non va tenuto conto delle obiezioni che sembrano demolirla, se molto facili da prevedere; va invece considerato che chi le sostiene le ha già valutate ed essendo facili da scoprire, ne ha trovato la soluzione, visto che persevera in quel pensiero». Da chi viene questa opinione ironica e tagliente?
- Polemica pura!
- Polemica? E' un po' poco... Pascal scripsit.
- Parlava della scienza e di «persone dotte»...
- Voler circoscrivere a questo caso particolare il pensiero di Pascal, sarebbe limitarlo singolarmente. Non vi sono forse mille modi di essere «dotti»?
- Torniamo a «scuola».
- Non potrei proprio!.
- Questa parola ti ferisce?
- La trovo derisoria. E' da bottegaio voler classificare tutto per scuole; questa ripartizione su scaffalature, con etichette e prezzi, denota soprattutto un abuso di autorità, di diritto, di fiducia, insomma, di tutto quel che vuoi!
- Le divergenze di personalità ti indurranno tuttavia a costatare...
- Ahimè! Mi inducono a costatare questo: che le forze vive della creazione si sono convogliate in massa nella stessa direzione.
- Sei oltraggiosamente parziale!
- Ammettiamo pure! La critica deve essere passionale per essere esatta. Che m'importa di quel che pensa il tal raccoglitore di relitti? La mia opinione conta mille volte piú della sua; e sarà quella a rimanere.
- Ogni discussione è francamente impossibile!
- Come per me è impossibile credere in questa bottega dove le «tendenze» vengono repertoriate a maggior gloria della tolleranza. Mi vanto di essere antidilettante, sovranamente antidilettante.
- Ah! Ecco una reminiscenza sconcertante!
- Antidilettante?
- Non dimentichi che quel signore dalla «testa piccola e asciutta» diffidava molto delle variazioni brillanti sull'aria «lei sbaglia dal momento che non fa come me»...
- Sí, ma il mio caso è diverso...
- ... ed egli cercava «di vedere, attraverso le opere, i molteplici movimenti che le hanno fatte nascere e quel che esse contengono di vita interiore». Riteneva tutto ciò «diversamente interessante dal gioco che consiste nello smontarle come strani orologi».
- Occorre però saperli fabbricare questi orologi per poi darli in pasto ai «bricoleurs» dello smontaggio! Del resto il signor Croche aveva un certo dono per le formule ambigue. Che ne pensi di questa, fra le altre: «Occorre cercare la disciplina nella libertà... »? Ma se vi sono due termini antinomici, sono appunto: disciplina e libertà!
- Il signor Croche vuol brillare, fare del paradosso, ostentare la sua disinvoltura.
- Ho l'impressione che tu offenda profondamente la sua memoria. Dopo tutto, lasciami dire che non credo affatto nelle scuole; ritengo che un linguaggio sia un fatto di eredità collettiva del quale si tratta di prendere a carico l'evoluzione, e che questa evoluzione si muove in un senso ben determinato; ma vi possono essere correnti laterali, si possono produrre slittamenti, rotture, ritardi, riscoperte...
- Basta! Ti stai forviando in una «corrente» di parole pericolose che mi darebbero ragione senza troppa fatica.
- Senza troppa fatica? Un momento! In tal caso dovrei accettare come danaro contante malintesi accumulati - coscientemente o inconsciamente - dagli storici della musica. Si sono abbandonati mani e piedi legati al culto degli eroi! La reazione si è manifestata naturalmente: non si può piú parlare che di «necessità ineluttabile del linguaggio», di «leggi intrasgredibili dell'evoluzione». Come se la continuità storica non dovesse venire «rivelata» dalla personalità di eccezione!
- Sei dunque sicuro che nessuna «personalità di eccezione» salterà fuori dai dati storici implicati da un determinato periodo?
- La nascita di Atena, in un certo senso? A meno che non trovi piú seducente quella di Afrodite?
- Sii piú riservato! Dopo la tua «rivelazione», mi aspettavo già le lingue di fuoco...
- Lasciamo la mitologia, e ammetti che ti sarebbe difficile trovare questo masso erratico - «avanzo di un disastro oscuro»? - non «condizionato» dall'ambiente, come si dice. Del resto, sai che gli storici e gli esteti possono con tre colpi di penna ricollegare tutto a tutto e niente a niente: questi ragionamenti sottili sono la sostanza fondamentale di innumerevoli opuscoli... E va bene! Astraiamo i sofisti! Ti proverò che questo «condizionamento» per me non è un tabú. Pronto quasi a sottoscrivere: «l'entusiasmo dell'ambiente mi guasta un artista, tanto è il mio timore che diventi in seguito soltanto l'espressione del suo ambiente».
- Ancora una citazione?
- Indovina!
- Baudelaire, forse? Il dandy Baudelaire?
- No, Croche l'antidilettante! E poiché torniamo a lui riprendo la sua formula: «Occorre cercare la disciplina nella libertà», e sostengo, di ritorno, che non si può trovare la libertà che con la disciplina!
- Forse non sarebbe per niente d'accordo con te? Forse ti lancerebbe quel suo sorriso «lungo e insopportabile»?
- Tanto peggio! Ne sarei afflitto; ma viviamo a cinquant'anni di distanza...
- Il «condizionamento», insomma!
- Perfetto! La situazione è lungi dall'essere simile, occorre reagire diversamente: l'intuizione si applica a obiettivi differenti. Per questo è necessario esibire qualche bolletta del gas e della luce, e smontare qualche orologio...
- La tua coscienza non è tranquilla? Il capogiro ti assale! Proprio io dovrò farti coraggio?
- Coraggio? Niente affatto! Quanto al capogiro... Occorre confessarlo: il crinale è cosí stretto che talvolta si procede a passo a passo. Com'è difficile essere libero e disciplinato!
- La malinconia ti coglie, e poi l'intenerimento su te stesso! Se continui con questo tono mi costringerai a condividere le tue opinioni, perfino quelle piú estreme! Il tuo scrupolo aumenta i miei, e quasi mi rimprovero di averti preso per un settario...
- Non preoccuparti! Sono abbastanza settario da non temere il capogiro.
- Colpo di tallone e rieccoti alla superficie! E così mi ridiventi terribilmente sospetto!
- Che ti dicevo: il musicista...

di Pierre Boulez (da "Pensare la musica oggi", Nuovo Politecnico 112, Einaudi)

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