Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

venerdì, dicembre 03, 2010

Luis de Pablo

Di sé ha detto. «Ciò che importa soprattutto è essere golosi. Ammetto di essere più un edonista che un analista»: questo è Luis de Pablo, uno dei compositori più importanti della nostra epoca, da ieri a Bologna per presentare e assistere alla prima esecuzione assoluta dell’opera che l’Accademia Filarmonica, sostenuta da Fondazione Carisbo e Regione, gli ha commissionato un anno fa. En tono menor sarà eseguita alle 20 al Manzoni dall’Orchestra Mozart. Il programma si completa con un’altra sua prima assoluta, A la memoria de… e con due pagine di Stravinskij, il Concerto in Mi bemolle Dumbarton Oaks e le Danses concertantes. Sul podio il francese Pascal Rophé. Ieri il compositore catalano ha incontrato il pubblico e la stampa nella Sala Mozart di via Guerrazzi e la sua “golosità” si è intuita nelle parole pronunciate dal presidente dell’Accademia Filarmonica, Loris Azzaroni, e nelle osservazioni del musicologo Paolo Petazzi. Entrambi hanno ricordato la capacità di quest’uomo, che arriva a Bologna sulla soglia degli ottant’anni, di sperimentare. Lui per primo decise di conciliare ispanicità e contemporaneità. Non fu facile: da Albeniz a De Falla, tutti i compositori spagnoli sembrano non poter fare a meno di una vena folclorica, che spesso è Andalusa. Lui, invece, voleva conoscere la musica del suo tempo, che in quel momento gli era preclusa. Il luogo giusto era Darmstadt, dove conosce Boulez: «Un bell’incontro - dice, sempre generoso nel parlare della sua vita e della sua opera - in cui ho capito che non ero fatto per aderire a un sistema». Forse si è creato il suo, in cui ha grande attenzione alla suggestione dei testi, alla qualità del materiale sonoro, ai linguaggi musicali non europei, con particolare predilezione per Cambogia e Corea. Tutto questo ne fa una personalità unica e originale tra i compositori contemporanei e perciò l’Accademia ha deciso di aggregarlo con socio d’onore. In conferenza il discorso scivola anche sui brani in programma. Il primo presenta cinque pezzi diversi che danno vita a un forte gioco di contrasti. Dice il compositore: «è come passare in una galleria da un quadro all’altro. A la memoria de… è invece un brano intimo e malinconico. De Pablo svela la dedica: alla sua amatissima gatta siamese. Dove sarà andata, si chiede la musica, e ricordando quella compagna «gentile e bella» si pensa alle persone amate. Un punto interrogativo conclude il pezzo. Questa è, alla fine, la capacità di De Pablo: sapersi interrogare e cambiare rotta. Lui che ha cominciato a mettere le mani sul pianoforte piccolissimo, nelle scuole delle suore, vissuto al confine tra Spagna e Francia, avviato alla carriera d’avvocato, a un certo punto ha scelto di cambiare rotta, dedicandosi alla musica in modo totale ed entusiasta, ma sempre aperto.

Chiara Sirk ("L'Informazione", 14 novembre 2010)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dachte, ich würde sagen, kommentieren und ordentlich Thema, hast du es selbst? Es ist wirklich genial!