Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

sabato, maggio 19, 2012

Enzo Dara ricorda il debutto di Luciano Pavarotti

L’anniversario è indimenticabile: il 29 aprile del 1961 il giovane Luciano Pavarotti iniziava al Teatro Municipale “Romolo Valli” la sua trionfale carriera. Avendo vinto il concorso Achille Peri, gli spettava di esordire nella Bohème, nei panni del poeta Rodolfo.
Luciano Pavarotti
Trent’anni dopo – lunedi 29 aprile 1991 – il Teatro “Romolo Valli” organizzò i “festeggiamenti per il 30esimo del debutto” di un Pavarotti già superstar, organizzando un concerto con un cast stellare: Luciano Pavarotti, June Anderson (soprano), Piero Cappuccilli (baritono), Paolo Coni (baritono), Enzo Dara (basso), Giovanni Furlanetto (basso), Raina Kabaivanska (soprano), Patrizia Pace (soprano), Giuseppe Sabbatini (tenore), Shirley Verret (mezzosoprano). A dirigere l’orchestra del teatro Comunale di Bologna due maestri: Leone Magiera e Maurizio Benini.
Nella sua abitazione di Mantova Enzo Dara, basso buffo di caratura mondiale (1500 recite, 76 personaggi, 34 album, 24 anni con Claudio Abbado, in attività fino al 2004, oggi regista) ci riceve e torna volentieri sulla serata- evento al Teatro “Romolo Valli”.
Maestro Dara, racconti….
Luciano alle prove del giorno prima era un po’ nervoso. Poi la sera dopo, appunto lunedi 29 aprile, si placò e stregò tutti quanti.
Insieme avete cantato un duetto dell’Elisir d’amore di Donizetti...
Sì, abbiamo fatto il duetto “Voglio dire…lo stupendo…”, il duetto in cui Nemorino compra dal medico ambulante Dulcamara che ero io, una bottiglia che non era affatto l’Elisir promesso ma una bottiglia di Bordeaux da poco. Ci siamo molto divertiti. Fummo anche adeguatamente applauditi. Poi quando Pavarotti ha cantato ”Che gelida manina” è scoppiato il delirio.
La serata al Valli era dedicata a Gigetto Reverberi, un uomo speciale. Concorda?
Di più. Il teatro reggiano era il regno del nostro Gigetto, grande uomo di teatro, grande e vero socialista, amante della lirica e delle belle voci giovanili. Ricordo che lo spettacolo a lui dedicato fu anche teletrasmesso e passato in video dalla Decca.
Maestro, se non ricordo male con Pavarotti lei ha anche inciso “L’elisir d’amore” al Metropolitan
Sì, nel 1990, anno in cui io avevo cantato a Madrid “Il Turco in Italia” diretto da Zedda, il ”Don Pasquale” a Venezia con Ferro sul podio, e “L’Italiana in Algeri” a Vienna accanto a Raimondi.
Poi vi siete ritrovati al Met di New York diretti dal grande Levine….
Sempre nell’Elisir. Ne è uscito anche un video con la regia di Brian Large. Essendo quasi compaesani Luciano ed io amavamo parlarci spesso in dialetto. E lui cominciava sempre chiedendomi “Enso, come stet?” “Ben e ti?”.
E Pavarotti come replicava?
Da dio! Certo Reggio entrava spesso nei nostri discorsi. Lui ha cominciato al Valli una carriera trionfale, io ho svoltato debuttando a Reggio come basso buffo il primo febbraio del 1967. Con l’“Elisir d’amore”, diretto da Masini. Il 14 ho cantato a Guastalla, il 16 a Modena con Luciano. Poi siamo andati in tutto il mondo: Reggio ci ha portato fortuna.

Enrico Pirondini (Giornale di Reggio, 29 aprile 2012)

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