Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
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sabato, marzo 23, 2013

Nicastro: Le Sinfonie di Mahler

Gustav Mahler (1860-1911)
Quattro anni sono trascorsi da quando, sulle pagine di questo periodico (cfr. "L'Indice", 1995, n. 8), recensivamo l'edizione italiana del libro di Hans Heinrich Eggebrecht La musica di Gustav Mahler, edito da Piper a Monaco nel 1982 e in Italia da Marsilio nel 1994, tradotto dalla compianta Laura Dallapiccola. Da allora, la pubblicistica mahleriana si è arricchita di vari titoli: non un numero sterminato, ma qualità per lo più alta e sottili metodi d'indagine. Un esempio fra tutti: il libro di robert Samuels sulla Sesta Sinfonia, del 1995. Nel frattempo, è uscita la fondamentale silloge della lettere di Mahler alla moglie Alma, curata da Henry-Louis de La Grange e Günther Weiß (Ein Glück ohne Ruh'. Die Briefe Gustav Mahlers an Alma, Siedler Verlag, Berlin 1995). Il 1995 è stato evidentemente una buona annata: nel maggio di quell'anno ha avuto luogo ad Amsterdam un grande "Mahler-Symposion" coordinato da Donald Mitchell e Henry-Louis de La Grange: cinque giorni di lavori, circa quaranta relazioni dei massimi studiosi mahleriani, una serie di concerti memorabili nella sede del Concertgebau (indimenticabile l'Ottava Sinfonia diretta da Riccardo Chailly), e due libri nati dal "Symposion" e con uguale titolo, Gustav Mahler: the world listens: una brossura edita da Muziek & Wetenschap di Amsterdam, che raccoglie 14 fra le relazioni presentate durante il convegno internazionale, e un magnifico volume di grande formato, edito da Ultgevers di Haarlem, che riproduce un numero altissimo di fonti primarie (lettere, recensioni, locandine, pagine di diario) spesso del tutto nuove e sino al 1995 ignote, e si arricchisce di un'eccezionale documentazione iconografica, anch'essa per lo più fondata su immagini prima sconosciute.
 
In Italia, è il 1998 a rivelarsi come un'annata particolarmente propizia. In primavera è uscito per i tipi di Marsilio un saggio di Paolo Petazzi, Le sinfonie di Mahler, che è una rilettura e un ripensamento di partiture sinfoniche da molti anni predilette dal musicologo milanese e finora mai fissate da lui in una monografia unitaria. Petazzi è, per così dire, uno studioso e un saggista di natura "tragica", in due significati: vive con intensità spinta sino all'immedesimazione la musica di cui parla, e nulla concede all'edonismo della scrittura, concentrandosi in una prosa saggistica che per analogia con la musica fondata sul rigore formale chiameremmo "stile severo".Ne consegue una monografia mahleriana che condensa in poco spazio, 245 pagine escluse la cronologia e la raccolta dei testi messi in musica da Mahler nelle sinfonie con canto, tante notizie e tante idee - siano o meno esse accettabili dal nostro punto di vista - da sorprendere.
Ebbene, il nuovo libro sulle sinfonie di Mahler edito da Mursia la scorsa estate è a maggior ragione una sorpresa, poiché riesce a condensare la terribile vicenda di dieci giganti sinfonici che procedono su un territorio dalle gigantesche dimensioni entro un numero di pagine che è poco più della metà di quanto Petazzi si sia imposto: meno di centocinquanta. Eppure, chiunque voglia negare compiutezza a questo libro dalle dimensioni ristrette fallisce nell'intento. L'autore, Aldo Nicastro, è notoriamente maestro nello scrivere secondo scorci, formule taglienti e sintesi appuntite. Il suo bellissimo libro Il melodramma e gli italiani (Rusconi, 1982), accolto con vergognosa disattenzione dai recensori, ne era già la prova. Qui però Nicastro associa al proprio talento personale un autentico esercizio di disciplina. Nato per una collana di rapide e concise guide all'ascolto, il libro realizza l'idea di un Mahler Companion ma va molto al di là in senso qualitativo.La collana "Come ascoltare" di Mursia vuole dare al lettore che frequenti i concerti e collezioni Cd - e magari voglia approfondire questioni musicali di natura tecnica e formale, dati biografici, aspetti del panorama critico - una piccola macchina cartacea che dia la risposta giusta al momento giusto: perciò la natura della collana privilegia le opere rispetto agli autori, proponendosi un indirizzo trasversale rispetto all'altra collana editorialmente simile, "Invito all'ascolto", che invece ha assunto come oggetto, di volta in volta, un compositore. La serie "Come ascoltare" offre quindi volumi alleggeriti dall'obbligo delle notizie biografiche e tutti da dedicare alla lettura (per ora non diciamo "all'analisi") delle opere in oggetto. Nicastro si è assunto così un impegno istituzionale: ciascuna sezione dedicata a una sinfonia mahleriana si apre con i dati precisi su tonalità, articolazione in tempi, organico orchestrale, date di composizione e di eventuali revisioni, di prima esecuzione (con il luogo esattamente indicato), di prima edizione. A questo punto si apre il difficilissimo discorso storico e critico riservato all'autore e sostenuto dall'antica frequentazione e dall'antico amore, che in lui conosciamo bene, grazie ai quali egli è in grado come pochi di realizzare una sintesi intesa non come letto di Procuste ma come nucleo fortemente denso dal quale il lettore può partire per un proprio ascolto in chiave personale. Molto spesso, le sintesi di tal sorta che un saggista si proponga finiscono per essere mere semplificazioni: vogliono alleggerire, e alleggerendo sacrificano notizie importanti. Qui invece (ed è questo che sorprende nel libro di Nicastro) l'essenziale convive con la ricchezza dei dettagli, e anche ciò che per motivi di spazio non può essere sviluppato ampiamente suggerisce sempre, in forma potenziale, i riferimenti ulteriori cui il lettore può ricorrere. Ci sembra, tuttavia, che un ascoltatore appassionato ed esigente di Mahler trovi in questo libro gli strumenti per un ascolto a tutto tondo: la passione del saggista e la sua abitudine a filtrare e a prosciugare senza che nulla d'importante si perda diventano in queste pagine un esempio contagioso. È probabile che, data la materia trattata, più di così non si possa raddensare, e che lo spazio delle neppure centocinquanta pagine sia un limite non valicabile all'ingiù. Temiamo come la peste gli apprezzamenti che si armino d'enfasi re-torica, e non saremo noi a cade-re in iperboli fuorvianti; ma cer-to questa reductio ad minimum per quanto riguarda la mole del volume e insieme questo massimo di densità e perciò di qualità ci suggeriscono l'immagine dell'uovo cosmico, in cui un intero universo si comprime prima di dilatarsi. Ciò è tanto più importante se si pensa che l'universo sinfonico di Mahler ha come suo carattere vistoso dimensioni gigantesche e come connotato interiore un gigantismo d'impulsi e di emozioni.
Si è detto dei dati "anagrafici" che Nicastro, disciplinatamente, colloca all'inizio di ogni sezione dedicata a una sinfonia. Da quella scheda scientificamente esatta si sviluppano la storia della sinfonia in questione, la sua origine, l'accostamento di Mahler alle fonti letterarie e filosofiche o persino pittoriche (che nelle sinfonie mahleriane hanno sempre una presenza incombente), la storia della composizione osservata attraverso i carteggi, i documenti pubblici e privati; infine, la lettura, che nelle mani di Nicastro finisce sempre per diventare un plausibile fondamento di analisi, e la vicenda critica. Si osservi che, lungo il discorso dedicato all'origine della composizione, Nicastro riallinea e interseca un'inevitabile serie di notizie biografiche, epistolari, di vita interiore: così la biografia mahleriana, esclusa secondo gli assunti della collana, rientra per vie segrete, sicché il lettore ha in mano, sempre in termini di piccola mole e di materia condensatissima, una vera e completa monografia mahleriana in nuce.
Molto importante, utilissimo al lettore e ancora una volta ammirevole per la qualità della sintesi, il capitolo introduttivo, La sinfonia fino a Mahler, che espone la vicenda storica della forma sinfonica a partire dall'attività creativa fiorita verso la metà del secolo XVIII nei noti quattro centri d'irradiazione: Vienna, Mannheim, Milano e Parigi, e giunge, attraverso l'età aurea del classicismo viennese (un concetto che giustamente Nicastro filtra mediante una revisione critica) sino alla "vocazione alla notte" del sinfonismo romantico austro-tedesco e alla "fecondissima crisi" che, in Bruckner e in Cˇajkovskij investe la concezione poetica e formale della sinfonia.
 
recensioni di Quirino Principe (L'Indice del 1999, n. 02)

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