Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

giovedì, dicembre 24, 2020

Natale in musica, dalle pastorali al jazz...

A Natale Cosa ascoltiamo? Il solito Oratorio di Natale di Bach, il Concerto "per la Notte di Natale" di Corelli, oppure anche questa volta cercheremo di inoltrarci in territori meno esplorati?
Se state leggendo queste righe è ovvio che la risposta è la seconda. Scordiamoci quindi Bach, Corelli, Torelli, Manfredini, Berlioz, Saint-Säens e tutti quegli autori che, bene o male, fanno parte del nostro bagaglio musicale natalizio.
Le pastorali natalizie sono una tradizione musicale tipicamente italiana, sviluppatasi a livello popolare nell’Italia del sud, particolarmente in Calabria, nel Corso del Medio Evo, per poi diffondersi progressivarnente in tutta Europa. Canzoni pastorali che celebravano la nascita del Redentore usate nel corso di messe in scena della natività o come intermezzi nel corso delle funzioni natalizie.
Credo che il miglior esempio di questa commistione tra sacro e profano, popolare e colto sia incarnato dalle Cantate dedicate al tempo dell’Avvento dal veneziano Cristofaro Caresana, attivo a Napoli tra il l660 circa e la rnorte avvenuta nel 1709. Le cantate L'Adoratione de' Maggi e La Veglia rappresentano perfettamente la teatralità e le simbologie del presepe popolare partenopeo, nel quale personaggi favolistici e in parte pagani corne Belfagor (generalmente incarnato dall’oste) la Re Magia si inseriscono nella tradizione cristiana dei Vangeli Apocrifi.
La musica di Caresana, approdato a Napoli probabilmente al seguito del gruppo "I Febi Arminici", che portavano in giro per l’Italia dell'epoca il teatro musicale veneziano, fonde insieme con estrema sapienza compositiva tutte le conoscenze del compositore: dalla scuola veneziana conserva, ad esempio, la tecnica dei due cori, dalla musica popolare mutua ritmi e linee melodiche, infine da quella napoletana l'impostazione drammatica.
Passando le Alpi ci spostiamo in Germania dove, come ben sappiamo, la tradizione degli oratori natalizi è ben radicata nella liturgia avventizia protestante. Bach, Telemann, Graupner, Graun, il periodo barocco e classico sono ricchissimi di musica commissionata dalle istituzioni religiose ed espressamente concepita per essere eseguita anche con la partecipazione dell’assemblea dei fedeli nel corso di "interminabili" funzioni religiose.
Heinrich von Herzogenberg nasce a Graz in seno a una famiglia aristocratica di origine francese nel 1843. Dapprima wagneriano convinto, con il progressivo approfondimento degli studi bachiani si converte e diventa uno strenuo sostenitore della tradizione musicale classica e in particolare di Johannes Brahms. Quando nel 1872 si trasferisce a Lipsia entra in contatto con il musicologo e biografo bachiano Philipp Spitta, con il quale fonda il Bach Verein di Lipsia nel 1874. Il legame tra le due famiglie è talmente stretto che, dopo la morte di Philipp, Herzogenberg comincia a dedicarsi alla musica sacra sotto l’influsso del fratello teologo Friederich Spitta. Tra queste opere sacre realizzate per la Thomaskirche di Strasburgo spicca Die Geburt Christi op. 96, un piccolo oratorio di natale che si contraddistingue per la snellezza della partitura (l'organico è composto da quintetto d’archi, un oboe e un organo, coro a 4 voci miste e 6 solisti di canto). Eseguita la sera della terza domenica d'avvento del 1894 sotto la direzione dello stesso autore, Die Gebust Christi intreccia sapientemente echi bachiani e armonie tardo-ottocentesche creando una narrazione musicale piacevole ma non superficiale, devota ma non penitenziale.
Se ci spostiamo a Est raggiungendo la Boemia incontriamo una tradizione musicale molto simile a quella italiana, ma più diffusa e meglio strutturata. La Boemia è terra di agricoltori e pastori, ma sin dal 1700 la musica è parte integrante della preparazione scolastica nelle città rurali, favorendo la possibilità di elevazione sociale dei giovani "campagnoli". Jakub Jan Ryba nasce nel 1765 ed è figlio di un insegnate, organista e compositore. Nel 1780, nonostante il talento dimostrato, è solo grazie allo zio Jan Vanicek che Ryba si trasferisce a Praga, ma pochi anni dopo il richiamo dell’insegnamento lo riporta a Nepomuk, dove ha passato parte dell’infanzia con la famiglia. Nel 1788, ormai in carica nella cittadina di Rozmital, Ryba Compone una Missa Pastoralis che, mescolando i testi latino e ceco con la vitalità melodica della musica popolare boema, si avvicina quanto mai fatto prima al pubblico dei credenti. Il passo successivo, nel 1796, è la Messa di Natale Ceca. Qui Ryba abbandona completamente il latino per ricostruire, pur seguendo la classica successione della messa tradizionale, una natività di grande gioia ed esuberanza. Nel Kyrie i pastori si interrogano sugli strani fenomeni celesti a cui stanno assistendo, nel Credo si muovono verso Betlemme seguendo la stella cometa, nel Gloria finalmente le voci angeliche annunciano la nascita del Redentore cui i pastori rendono omaggio gioioso nell'Offertorium.
Attraversiamo la Manica per approdare in Gran Bretagna, dove la tradizione delle Carole di Natale è profondamente radicata e diffusa. La prima apparizione di canti espressamente natalizi risale al 1426 a opera di un pastore dello Shropshire, che raccoglie 25 canti popolari che con ogni probabilità venivano eseguiti porta a porta da gruppi di wassails. Il wassailing è una tipica tradizione delle terre anglosassoni in cui, in cambio di doni, gruppi di persone visitano i vicini per augurare salute e fortuna cantando e offrendo da bere da una coppa comune denominata wassail bowl.
Ralph Vaughan Williams è, come la maggior parte dei musicisti inglesi, cresciuto cantando in famiglia carole natalizie. La sua passione però è tale che spenderà molto del suo tempo a scoprire e collezionare canti popolari che, nel 1928, troveranno la loro destinazione "scientifica" nell’Oxford Book of Carols. Le due composizioni più ampie e complesse sul tema del Natale sono: On Christmas Night, eseguito per la prima volta nel dicembre 1926 a Chicago dal Bolm Ballet e The First Nowell, andata in scena postuma il 19 dicembre 1958 al Drury Lane Theatre di Londra.
On Chrismas Night è un balletto tratto dal Racconto di Natale di Dickens la cui ispirazione musicale è quasi completamente basata su due delle più celebri carole della tradizione: God rest you merry e The first Nowell, cui si aggiunge verso la conclusione The Cherry Tree Carol, la preferita in assoluto di Vaughan Williams! The First Nowell è un progetto forse ancora più ambizioso, comprendente due parti vocali (un baritono e un soprano), una parte corale, una piccola orchestra e otto parti recitate. Purtroppo la morte coglie Vaughan Williams prima della fine del lavoro, il 26 agosto del 1956, ma fortunatamente al momento della scomparsa ha già orchestrato oltre 2/3 della composizione, lasciandosi alle spalle la scelta delle musiche da usarsi per i numeri restanti e una orchestrazione di massima che verrà portata a termine dall’amico Roy Douglas, il quale si premurerà di sottolineare in partitura quali parti non sono originali di Vaughan Williams, in modo da evitare che il più celebre compositore e amico potesse essere biasimato per le manchevolezze delle parti non originali.
Un breve salto al di là dello stagno, come dicono i britannici, e ci ritroviamo negli Stati Uniti.
Dave Brubeck, uno dei più importanti pianisti jazz del secolo scorso, nasce a Concord nell’area della baia di S. Francisco, figlio di un allevatore di bestiame. Entrato all’università per studiare scienze veterinarie, viene alla fine convinto dall’insegnante di zoologia a trasferirsi presso la facoltà di musica, dove le sue doti di compositore fanno quasi scalpore, se contrapposte alla sua totale incapacità di leggere la musica a prima vista. Nel 1951, a causa di un incidente di nuoto che gli danneggia la sezione cervicale della colonna vertebrale, deve modificare il suo modo di suonare rinunciando alla velocità e al virtuosismo per sviluppare uno stile distintivo basato su complessi movimenti accordali. Nel 1996 entra in studio di registrazione per incidere su etichetta Telarc una serie di arrangiamenti di brani natalizi per pianoforte solo, secondo le note di copertina, esattamente come in una normale giornata natalizia Brubeck è solito fare per i suoi ospiti. Il risultato è un disco di grande intimità, volutamente imperfetto, che offre alcuni dei brani più celebri della tradizione natalizia (Silent Night, Away in a Manger, O Tannenbaum, Winter Wonderland) in arrangiamenti dallo swing delicato e dall’armonizzazione immaginativa, capaci di ricreare col solo suono l’effetto del vortice di neve agitato in una piccola palla natalizia.
Riccardo Cassani
("Musica", n. 312, Dicembre 2019 / Gennaio 2020)

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