Mieczyslaw Weinberg |
Rostropovich o Svjatoslav Richter.
La sua produzione è per molti versi simile nei generi a quella del suo mentore: ventun Sinfonie più una lasciata incompiuta, molta musica vocale, sette opere liriche, diciassette Quartetti, otto Sonate per violino e quaranta colonne sonore per film, tra cui la più celebre è quella composta per “Quando volano le cicogne", Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1958 e unico film sovietico ad avere ottenuto questo riconoscimento.
L'unico genere che Weinberg padroneggiò indipendentemente da Shostakovich è stato quello della sonata solistica: quattro Sonate per viola sola, tre Sonate per violino solo e quattro le Sonate per violoncello solo, tutte composte pensando a diversi virtuosi degli strumenti ad arco del mondo sovietico.
La Sonate per violoncello, da qualcuno paragonate per importanza alle Suite di Bach, non ultimo da Rostropovich, sono state composte tra il 1960 e il 1985, e dedicate la prima e la terza a Rostropovich e la seconda e la quarta al violoncellista del Quartetto Borodin, Valentin Berlinsky.
Tour de force tecnico e interpretativo quanto mai arduo quello offerto da Mario Brunello (CD Arcana A559), frutto di un vero “innamoramento" per il musicista polacco, scoperto nel 2010, come scrive lo stesso Brunello nelle note riporte nel libretto di accompagnamento, grazie a Gidon Kremer e alla sua Kremerata Baltica. «Una musica che mi ha parlato da subito, una forza dirompente che immediatamente alla lettura, allo studio e via via durante le esecuzioni conquista e poi non puoi quasi più farne a meno››.
Un progetto, questo, cui il violoncellista veneto tiene particolarmente e che nasce dopo frequenti esecuzioni dal vivo, spesso accostando le Sonate di Weinberg alle Suite di Bach per mettere in evidenza la singolarità dell'ispirazione del musicista sovietico che, diversamente dai musicisti otto-novecenteschi, si accosta allo strumento non per omaggiare il grande modello, ma per individuare un percorso autonomo. Caratteristica stilistica che Brunello riconosce nei quattro pannelli è un certo carattere teatrale e una vocazione narrativa che contraddistinguono ciascuno dei lavori: «Le ho immaginate come quattro storie, commedie, racconti, che autonomamente indagano a fondo la personalità di un ipotetico protagonista. Forse l'autore stesso?››.
Ne risultano esecuzioni capaci di irretire l'ascoltatore e di trascinarlo verso un mondo espressivo fatto di colori tutt'altro che luminosi, di slanci dolenti, di ripiegamenti dolorosi, di gesti tragici, venati di lirismo, di un'espressività spesso tesa e portata all'estremo. Brunello riesce nel1'impresa cercando con il suo “Maggini" un fraseggio sempre di grande naturalezza, variando i colori e imprimendo alle pagine tratti di grande poesia e al contempo di intensa penetrazione. Confidiamo che l`attenzione del musicista di Castelfranco Veneto per Weinberg trovi seguito in futuro con la registrazione dei 24 Preludi op. 100, altra opera capitale nel repertorio novecentesco per violoncello solista, oltre che con altre composizioni concertistiche e da camera per il suo strumento.
Alla riscoperta di Weinberg con Mario Brunello.
Come ha scoperto il compositore sovietico di origina polacca?
Il grande merito della rivalutazione di Weinberg si deve ad uno straordinario musicista come Gidon Kremer. Negli ultimi dieci anni ha imposto agli organizzatori musicali il suo nome nel programma di ogni concerto, ponendolo quasi come condizione per suonare. E questa posizione da parte di un interprete e musicista di peso come Kremer ha fatto sì non solo che si riscoprisse un repertorio nuovo, ma che il nome di Weinberg venisse alla luce dopo decenni di ingiusto oblio.
Tutti i musicisti con cui in questi anni ho condiviso questa mia passione ora sostengono di non poterne più fare a meno. Sono convinto che il peso di compositori come Prokofiev e Shostakovich e il loro aver monopolizzato il repertorio russo novecentesco abbiano oscurato l'importanza altrettanto rilevante di Weinberg.
Quali sono le caratteristiche musicali delle Quattro Sonate per violoncello solo?
Sono composizioni che mostrano una solidità musicale indiscutibile e una grande conoscenza dello strumento. Esse rivelano qualità espressive che mai prima si erano sentite. Vi si trovano scale a doppie corde a moto contrario, progressioni bachiane unite ad una cifra stilistica e un colore assolutamente originali.
Weinberg, pur essendo un pianista di formazione, mostra una conoscenza dello strumento come pochi altri. Ci sono grandi pianisti che hanno scritto per violoncello, senza però arrivare a dominarne le risorse strumentali come invece fa il compositore polacco.
Perché un grandissimo del violoncello come Mstislav Rostropovich si è accostato con cautela alle sue musiche?
Non credo che Rostropovich abbia mai eseguito le Sonate, nonostante una di queste sia espressamente dedicata al violoncellista russo (a lui è dedicato anche il Concerto per violoncello e orchestra in do minore op. 4). E' noto come quest'ultimo in qualche modo abbia escluso l'uomo e il compositore a seguito di una vicenda politica, ossia la famosa lettera aperta a Breznev a sostegno di Aleksandr Solzenicyn, fatta firmare da scrittori, artisti e musicisti e poi pubblicata nella stampa occidentale.
Weinberg, perseguitato dal nazismo prima e quindi dello stalinismo, arrestato nel quadro delle persecuzioni contro l'intelligencija ebrea sovietica, consapevole del fatto che per lui quel gesto avrebbe significato una condanna definitiva all'emarginazione e all'«esilio interno››, decise di non sottoscrivere il documento. Rostropovich non gradì questa posizione, che costò a Weinberg l`esclusione per ragioni politiche dal mondo musicale. Possiamo però affermare che un merito si può attribuire al grande Slava, quello di averlo tenuto all'oscuro e di consentirci solo oggi di scoprire queste meraviglie musicali.
Ma ritorniamo alle qualità della musica di Weinberg...
Ritengo che Shostakovich abbia preso molto da Weinberg, anche se spesso si legge proprio il contrario. Il suo linguaggio è di grande originalità. Nella Quarta Sonata impiega addirittura la serie dodecafonica, scelta temeraria in un mondo restrittivo come quello sovietico. L'incipit del suo Concertino per violoncello e archi è stato letteralmente ripreso da Shostakovich nel celebre inizio del Primo Concerto per violoncello e orchestra: si tratta di un tema tratto dalla musica popolare ebraica, impiegato da Weinberg dodici anni prima. Il Trio di Weinberg è chiaramente fonte di ispirazione per quello più celebre sempre di Shostakovich. Poi, mentre quest'ultimo non ha scritto per archi soli, Weinberg ha un ricco catalogo di composizioni per violino, viola, violoncello, contrabbasso solo.
Nelle Sonate per violoncello sperimenta soluzioni tecniche ardite e innovative, come la ricerca della polifonia a due voci su due corde diverse. Incredibili sono le sue melodie lunghissime, non fatte di singole frasi, ma di un continuum, come spire di lunghi serpenti sonori. Vi si trovano poi molte citazioni musicali ebraiche, polacche e dalla musica popolare, senza però facili intenti effettistici. Un'altra caratteristica è l'uso della sordina in quasi tutti i movimenti in tempo “Allegro” con singolari effetti di smorzatura del suono.
Ci sono altre composizioni di Weinberg che sta studiando?
Sto studiando il Concertino e il Concerto con orchestra che ho già in programma per la prossima stagione. Per i 24 Preludi per violoncello solo ho bisogno ancora di tempo. Non li ho volutamente compresi in questa registrazione perché presentano una scrittura diversa e probabilmente non tutti i brani sono stati pensati per il violoncello. Presentano in ogni caso una scrittura interessante, ma non della stessa qualità delle 4 Sonate.
Stefano Pagliantini
("Musica", N. 357, giugno 2024)
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