Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

giovedì, agosto 31, 2006

L'omaggio di Max Klinger all'amico Johannes Brahms

Nel 1880, Max Klinger completa l'opus V, Amore e Psiche, e dedica il suo lavoro a Johannes Brahms, in cui vede l'ideale erede dei suoi idoli giovanili, lo scrittore Jean Paul e il musicista Robert Schumann. La dedica della monumentale interpretazione della favola antica, in sontuosa legatura, fu il punto d'arrivo di una venerazione che durava fin da quando, giovanissimo, aveva conosciuto la Sonata in fa minore per pianoforte, op. 5.
In occasione del sessantesimo compleanno del musicista, Klinger gli dedica il più visionario, solenne, tecnicamente ardito e personale dei suoi cicli, la Fantasia su Brahms (opus XII), a cui lavora da cinque anni e della quale Brahms è, più che solo dedicatario, titolo, protagonista e soggetto.
La prima edizione della serie di quarantuno incisioni è di cinque esemplari tirati privatamente, senza titolo. Il 4 gennaio 1894 Brahms scrive a Clara Schumann: «Una gioia davvero rarissima me l'ha data la Fantasia su Brahms [...] e vorrei che tu ne avessi la debita parte. Sono quarantuno disegni e acqueforti che hanno per base miei Lieder e, infine, il Canto del destino. Ma non sono illustrazioni nel senso comune, bensì stupende meravigliose fantasie». In un'altra lettera, invece, ringrazia Klinger: «Vedo la musica, vedo le belle parole [...] e senza che me ne accorga i suoi splendidi disegni mi portano più lontano; guardandoli, è come se la musica continuasse a risuonare all'infinito ed esprimesse tutto quel che avrei voluto dire, più chiaro di quanto non possa la musica e tuttavia altrettanto ricco di mistero e di presentimenti [...], in fondo sono convinto che tutte le arti sono la stessa cosa e parlino la stessa lingua».
Nell'aprile di quell'anno, Klinger, in viaggio per la Grecia via Trieste e Corfú, si ferma a Vienna per visitare Brahms.
Ecco il resoconto di quell'incontro nella lettera di Klinger ai genitori del 20 aprile 1894: «Sabato sono stato a Vienna. E stato proprio bello! Sono andato presto da Brahms. E' stato estremamente amabile. Alla buona e così carino e divertente. Mi aspettava alcuni giorni dopo e così mi ha invitato ad andarlo a prendere alle 7 di sera. Eravamo lì in quattro, col pittore Michalek e un direttore del Musikverein e ci siamo precipitati al Wurstelprater. Abbiamo visitato tutte le possibili osterie, abbiamo cenato dagli Czarda's e poi (sempre con Brahms) siamo andati sullo scivolo. Il mattino seguente Brahms e Michalek sono venuti a prendermi al caffè del Volksgarten, abbiamo visitato musei, chiese e municipio, abbiamo pranzato insieme e dopo siamo andati a Schönbrunn. [...] Poi è venuto il più bello. Brahms mi ha invitato al circolo musicale di Vienna. Lì sono stati eseguiti alcuni pezzi per coro di Palestrina, Bach e Brahms. Dopo pranzo sono stati eseguiti nuovi e inediti canti popolari di Brahms. Una signora deliziosa, la baronessa Cornaro, ha cantato gli a solo, un coro di signore era seduto ai tavoli nelle vicinanze del pianoforte e cantava il ritornello e Brahms stesso dirigeva e accompagnava al pianoforte. E' stato incantevole».
di Beatrice Buscaroli Fabbri (da "Art Dossier")

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