Lied e sinfonia sono in
Mahler strettamente connessi. Senza esserne consapevole egli diventa qui un seguace di Schubert, nelle cui Sinfonie - si pensi soprattutto alle ultime due in si minore e do maggiore - il dispiegamento tematico è assai più orientato al canto che non all’elaborazione motivica nel senso dei classici viennesi. Le prime quattro Sinfonie stanno sotto il segno della poesia di Des Knaben Wunderhorn (Il corno meraviglioso del fanciullo), quella raccolta di canti popolari e di poesie ricalcate su canti popolari, a cui Mahler, come egli stesso confessò in una lettera del 1905, si dedicò “per così dire anima e corpo“ per circa quindici anni. In Mahler il rapporto tra Lied e Sinfonia è innanzitutto un rapporto molto diretto. L’intero primo grande movimento della Prima Sinfonia si basa su un Lied (il secondo dei Lieder eines fahrenden Gesellen, così come la parte centrale del terzo movimento, la visione onirica dell'"albero del tiglio" (tratta dal quarto dei Lieder eines fahrenden Gesellen), che è preceduta e seguita da una grottesca marcia funebre. Lo Scherzo della Seconda Sinfonia e quello della Terza non sono altro che un Lied ampliato a dimensioni gigantesche (la Des Antonius von Padua Fishpredigt dal ciclo del Wunderhorn e Ablösung im Sommer dai Vierzehn Lieder und Gesänge). A ciò si aggiunga che in tre movimenti delle sue Sinfonie sono musicati dei testi tratti dal Wunderhorn (Seconda Sinfonia, quarto movimento; Terza Sinfonia, quinto movimento e Quarta Sinfonia, quarto movimento).
Gustav Mahler (Wien, 1907) |
Mahler abbandona improvvisamente questo mondo in sé compiuto dopo la Quarta Sinfonia (terminata nel 1900). Nel 1901 Mahler compose il suo ultimo Lied su un testo tratto dal Wunderhorn e inizia la Quinta Sinfonia. La Quinta, Sesta e Settima Sinfonia sono puramente strumentali e non presentano dirette relazioni tematiche con i Lieder di Mahler. Solo nell’Ottava Sinfonia, una cantata sinfonica in due movimenti, e nel susseguente Lied von der Erde, un ciclo liederistico sinfonico, Mahler perseguirà nuovamente una sintesi di linguaggio vocale e strumentale.
Nel 1904 Mahler scrisse a Peters, editore della Quinta Sinfonia: “Data la disposizione dei movimenti (di cui quello che abitualmente è il primo movimento compare in seconda posizione), è ben difficile parlare di una tonalità della ‘intera sinfonia` e, al fine di prevenire equivoci, è meglio che non si nomini affatto tale tonalità (il movimento principale, il secondo, è in la minore - l’Andante, cioè il primo, è in do diesis minore). Si è soliti denominare le sinfonie a seconda della tonalità del movimento principale - però solo se questo si trova al primo posto, come è sempre stato finora - l'unica eccezione è quest'opera." Non è quindi solo nel superamento della correlazione tonale che si incontra un elemento nuovo (le tonalità dei cinque movimenti di questa sinfonia sono do diesis minore, la minore, re maggiore, fa maggiore, re maggiore), ma anche nella successione dei movimenti e nel loro carattere. Nella lettera poc'anzi citata Mahler accenna al fatto che nella Quinta Sinfonia “movimento principale” e “Andante” si sono scambiati il loro consueto posto. Tuttavia questo è vero soprattutto per ciò che concerne la caratteristica del tempo, e non tanto le categorie formali. Infatti l’Allegro in la minore ha solo una lontana affinità con un “movimento principale" di tipo consueto (e cioè nella cosiddetta ‘forma-sonata’). I due movimenti iniziali sono legati da una stretta relazione tematica, mediante anticipazioni e retrospettive, come se l’antico ‘principio dualistico’ della forma-sonata fosse scomposto e dispiegato in due movimenti autonomi. (Mahler sottolinea l'intrinseco legame tra i due movimenti racchiudendoli nella parte prima.) La complessità della struttura compositiva, che si accentua passando dal primo al secondo movimento, continua ad intensificarsi nello Scherzo, il terzo movimento. quello più lungo e più complicato, che costituisce il Centro della Sinfonia. Questo Scherzo di così ampie dimensioni - con un primo tema (quello dello Scherzo) selvaggiamente tracotante è un trasognato valzer viennese (con sviluppo e ripresa) quale secondo tema - è stato considerate dallo stesso Mahler come il movimento più importante della Sinfonia. “Questo movimento è estremamente difficile da portare a termine”, disse nel 1901 a Natalie Bauer-Lechner, “per via della struttura e dell’enorme abilità artistica richiesta in ogni relazione c dettaglio. Come in un duomo gotico, l'apparente confusione deve tramutarsi in supremo ordine e armonia [...]”. In estremo contrasto con questo Scherzo sprizzante di vitalità sta il susseguente Adagietto. Il contrasto riguarda sia l'orchestrazione, limitata agli archi e all’arpa, sia l'espressione: fervido anelito e lacerante dolore dell’addio nello stesso tempo, una continua reminiscenza del Lied di Mahler sul testo di Rückert “Ich bin der Welt abhanden gekommen” (scritto nello stesso anno, il 1901). Il Finale, anch'esso in estremo contrasto, ha un inizio di una serenità scurrile , quasi ironica: è come se le singoli parti strumentali volessero proporre ciascuno un proprio tema. In seguito si sviluppa un fugato caratterizzato da un grande dinamismo, in cui viene più volte coinvolto il tema dell'Adagietto. L'opera si conclude con un corale che istituisce una correlazione tematica col secondo movimento.
Nel 1904 Mahler scrisse a Peters, editore della Quinta Sinfonia: “Data la disposizione dei movimenti (di cui quello che abitualmente è il primo movimento compare in seconda posizione), è ben difficile parlare di una tonalità della ‘intera sinfonia` e, al fine di prevenire equivoci, è meglio che non si nomini affatto tale tonalità (il movimento principale, il secondo, è in la minore - l’Andante, cioè il primo, è in do diesis minore). Si è soliti denominare le sinfonie a seconda della tonalità del movimento principale - però solo se questo si trova al primo posto, come è sempre stato finora - l'unica eccezione è quest'opera." Non è quindi solo nel superamento della correlazione tonale che si incontra un elemento nuovo (le tonalità dei cinque movimenti di questa sinfonia sono do diesis minore, la minore, re maggiore, fa maggiore, re maggiore), ma anche nella successione dei movimenti e nel loro carattere. Nella lettera poc'anzi citata Mahler accenna al fatto che nella Quinta Sinfonia “movimento principale” e “Andante” si sono scambiati il loro consueto posto. Tuttavia questo è vero soprattutto per ciò che concerne la caratteristica del tempo, e non tanto le categorie formali. Infatti l’Allegro in la minore ha solo una lontana affinità con un “movimento principale" di tipo consueto (e cioè nella cosiddetta ‘forma-sonata’). I due movimenti iniziali sono legati da una stretta relazione tematica, mediante anticipazioni e retrospettive, come se l’antico ‘principio dualistico’ della forma-sonata fosse scomposto e dispiegato in due movimenti autonomi. (Mahler sottolinea l'intrinseco legame tra i due movimenti racchiudendoli nella parte prima.) La complessità della struttura compositiva, che si accentua passando dal primo al secondo movimento, continua ad intensificarsi nello Scherzo, il terzo movimento. quello più lungo e più complicato, che costituisce il Centro della Sinfonia. Questo Scherzo di così ampie dimensioni - con un primo tema (quello dello Scherzo) selvaggiamente tracotante è un trasognato valzer viennese (con sviluppo e ripresa) quale secondo tema - è stato considerate dallo stesso Mahler come il movimento più importante della Sinfonia. “Questo movimento è estremamente difficile da portare a termine”, disse nel 1901 a Natalie Bauer-Lechner, “per via della struttura e dell’enorme abilità artistica richiesta in ogni relazione c dettaglio. Come in un duomo gotico, l'apparente confusione deve tramutarsi in supremo ordine e armonia [...]”. In estremo contrasto con questo Scherzo sprizzante di vitalità sta il susseguente Adagietto. Il contrasto riguarda sia l'orchestrazione, limitata agli archi e all’arpa, sia l'espressione: fervido anelito e lacerante dolore dell’addio nello stesso tempo, una continua reminiscenza del Lied di Mahler sul testo di Rückert “Ich bin der Welt abhanden gekommen” (scritto nello stesso anno, il 1901). Il Finale, anch'esso in estremo contrasto, ha un inizio di una serenità scurrile , quasi ironica: è come se le singoli parti strumentali volessero proporre ciascuno un proprio tema. In seguito si sviluppa un fugato caratterizzato da un grande dinamismo, in cui viene più volte coinvolto il tema dell'Adagietto. L'opera si conclude con un corale che istituisce una correlazione tematica col secondo movimento.
Wolfgang Dömling (trad. Gianmario Borio)
1 commento:
Buongiorno,
Le scrivo per conto di Paperblog Italia. Non ci è stato possibile rintracciare la sua mail, le lascio dunque un commento.
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