La Viola, quella moderna che si intende oggidì (a 4 corde e dalla accordatura fissa, erede di una numerosa famiglia - soprano, contralto, tenore, baritono, basso; e da braccio e da gamba - a 5, 6 ed anche 7 corde, dall'accordatura variabilissima, raddoppiate con altrettante che vibrano per simpatia come nel caso della viola d'amore o addirittura fino alle 25 della viola-lira!) ha un repertorio davvero ragguardevole e per quantità e per qualità. Giustificata e meritata quindi una autorevole rentrée in campo concertistico, dopo la parentesi imposta dall'apparizione del violino e l'imperversare del pianismo.
Autori contemporanei, ormai consapevoli delle risorse timbriche di questo strumento a corda così congeniale alle caratteristiche musicali del nostro tempo, le hanno dedicato onere di rilievo nella propria produzione (basti accennare alla «Suite›› di E. Bloch o alla «Musica›› di G. F. Ghedini ed ovviamente - per la qualità - al «Concerto›› di B. Bartòk, ed anche per la quantità - alle varie composizioni per la viola di D. Milhaud, e naturalmente, a quelle di P. Hindemith). Dove però la viola afferma e conferma una linea in costante e continuo progresso è nel tipo di composizione tradizionalmente impegnativo per uno strumento solista, il Concerto. Tutte o quasi, una serie di opere da rivalutare e valorizzare, onde non ci si fermi alla pregiudiziale di una mancanza di repertorio per la viola, e per cui abbisogna una diffusione ed una conoscenza autentica di quei Concerti già pubblicati, ed una ricerca di altri che giacciono pressoché ignorati nelle Biblioteche Musicali, da affidarsi ai musicologi, ai cultori specifici della viola, strumentisti compresi, ed ai vari Enti Concertistici Italiani.
Ai musicologi, il compito di obiettivamente valutare gli stessi compositori: oggi come oggi, un musicista della statura artistica ben al di sopra della media quale è G. Ph. Telemann, non sembra criticamente collocato a dovere, quasi dovesse farsi perdonare di essere stato riconosciuto tale dai suoi contemporanei, e dimenticando in definitiva quanta parte diretta ebbe, fra l'altro, nello sviluppo musicale del proprio tempo. Un recente Dizionario Musicale pare dolersi che «ormai alcune sue composizioni sono state incise su Dischi o figurano nei programmi della Radio››. Fra le opere sue incise è per l'appunto il Concerto per viola, gemma musicale profondamente originale e sorprendente per solidità e freschezza. E quasi uno sconosciuto risulta Al. Rolla, nonostante i suoi 4 Concerti per viola.
Mentre invece esiste una vera e propria tradizione, che parte da autori violinisti e pianisti del passato (Rolla, Giorgetti) per arrivare ad autori, specificamente violisti, del nostro tempo (Enesco, Hindemith).
Questa tradizione, frutto di una vera e propria formazione ed evoluzione musicale, dovrebbe convincere gli Enti concertistici a premiare la fede degli strumentisti italiani in uno strumento da concerto decisamente completo: la Viola.
Il numero e l'importanza degli autori e dei concerti composti per la viola meritano ampia attenzione. Diamo, qui di seguito, un succinto, e tuttavia già esauriente, elenco di autori di Concerti per viola.
G. Ph. Telemann, il cui Concerto per viola avrebbe attirato l'attenzione del grande Bach, tanto da essere stato da questi trascritto per clavicembalo, è autore di innumerevoli composizioni religiose e profane, vocali e strumentali.
K. Stamitz, figlio del fondatore della «Scuola di Mannheim››, virtuoso di viola e viola d'amore.
G. F. Handel scrisse un Concerto per viola che è all'altezza della sua produzione migliore.
J. Chr. Bach, l'ultimo dei figli di Giovanni Sebastiano, compose parecchi Concerti per pianoforte e per altri strumenti, tra i quali figura anche la viola.
K. D. von Dittersdorf, violinista e compositore di successo.
F. A. Hoffmeister, compositore ed editore (uno dei fondatori dell'Agenzia Editoriale divenuta in seguito la Peters), è autore di uno squisito Concerto per viola.
A. Rolla, prima viola della Cappella Ducale di Parma, direttore d'orchestra del Teatro alla Scala nel 1802 e professore di violino e viola, dalla fondazione, nel Conservatorio milanese, è pure noto anche per essere stato, sia pure soltanto per qualche mese, maestro di Paganini.
Fra i contemporanei, B. Bartòk è autore di un Concerto per viola, scritto nel 1944-45, opera postuma, pubblicato da W. Primrose, il celebre violista inglese a cui fu dedicato.
P. Hindemith ha scritto per il proprio strumento (è stato violista attivo per lunghi anni), Sonate a solo e con accompagnamento di pianoforte, la Trauermusik e 3 Concerti con accompagnamento d'orchestra.
D. Milhaud è autore di 2 Sonate per viola e pianoforte, dei 4 Visages, del Concertino d'étè e di 2 Concerti per viola e orchestra.
W. Walton, autore non troppo prolifico, eccelle con Concerto per viola e orchestra, interpretato in prima assoluta da Hindemith nel '29.
Quincy Porter (da non confondersi con il celeberrimo autore di canzoni, Cole) è violista-autore nordamericano. Ha scritto una Sonata per viola sola e un ottimo Concerto.
Renzo Sabatini, concertista di viola e viola d'amore, ha curato edizioni moderne di Vivaldi, Ariosti (6 lezioni per viola d'amore), e composto un Concerto per viola, 11 strumenti e percussione.
Mario Zafred è autore di un Concerto per viola e orchestra che ha ottenuto nel 1956 il Premio Marzotto.
Guido Pannain, illustre musicologo dalla vasta produzione musicale, ha scritto un Concerto per viola e orchestra che è rapidamente entrato nel più diffuso repertorio.
Renzo Ferraguzzi
("Rassegna Musicale Curci", anno XVI, n. 5-6 ottobre-dicembre 1962)
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