Omeopatia musicale: pillole per attenuare il male dell'insensibilità culturale dilagante.
Curarsi con la musica senza necessariamente ricorrere al suono...

martedì, ottobre 04, 2005

Bernstein/Gould! E Bernstein disse: "Mai più...!"

La lite «pubblica» tra Glenn Gould e Leonard Bemstein, rimasta unica nella storia della moderna interpretazione musicale, divise le strade di due grandi artisti, che in seguito non effettueranno più alcuna collaborazione, né in concerto, né in sala di registrazione. Era l'8 aprile del 1962, e si trattava di un concerto della New York Philharmonic Orchestra, diffuso alla radio e registrato. Bernstein, salito sul podio, dopo aver atteso che Glenn Gould si sistemasse al suo posto di fronte al suo gran pianoforte nero a coda, si girò improvvisamente verso il pubblico, cui rivolse un breve quanto disarmante discorso. Ecco il testo di quel che disse Bernstein.

"Cari amici della Filarmonica, oggi ci troviamo di fronte ad una curiosa situazione, che a mio avviso merita una spiegazione. Tra poco ascolterete un'interpretazione, diciamo, non fedele del Concerto in re minore di Brahms. Un'interpretazione diversa da tutte quelle che fino ad oggi ho potuto ascoltare e comunque da tutto quel che avevo potuto immaginare: diversa per i suoi «tempi» eccezionalmente trattenuti e per le sue frequenti deroghe alle indicazioni dinamiche dello stesso Brahms. Non posso dire di essere del tutto d'accordo con la concezione di Gould, ed ecco quindi che si pone l'interessante domanda: perché in questo caso e malgrado tutto ho accettato di dirigere questo concerto? [risate del pubblico] Se l'ho fatto è perché Gould è un artista tanto qualificato e tanto serio che mi sembra indispensabile considerare tutto quel che ha pensato in buona fede. In questo caso la sua versione è così interessante da suggerirmi la sensazione che sarebbe bene che anche voi la conosciate. Eppure, la solita domanda ci persegue: in un concerto chi comanda, il direttore d'orchestra o il solista? [risate del pubblico] Ebbene, la risposta è ovvia: una volta l'uno, una volta l'altro, secondo le personalità. Ma i due arrivano quasi sempre ad accordarsi, con la persuasione, il fascino o anche la minaccia, giungendo a dare una versione omogenea dell'opera. Una sola volta nella mia vita, prima di oggi, ho dovuto sottomettermi ad idee totalmente nuove e totalmente inconciliabili di un solista, e ciò accadde l'ultima volta che ho accompagnato Gould! [risate del pubblico]. Questa volta, invece, le divergenze tra le nostre concezioni sono così grandi che sento il dovere di questa mia precisazione. Per ripetere la domanda: quale motivo mi conduce a dirigere questo concerto? Non era forse meglio provocare un piccolo scandalo, di scritturare un altro solista, o di affidare la direzione al mio assistente? Perché sono affascinato e felice di aver l'occasione di conoscere un modo nuovo di considerare quest'opera così spesso eseguita. Perché ci sono dei momenti, nell'interpretazione di Gould, che emergono con freschezza e idee straordinarie. Perché tutti possiamo imparare qualcosa da questo pianista incredibile, che è anche un pensatore della musica. E, infine, perché nella musica esiste quel che Dimitri Mitropoulos chiamava «l'elemento sportivo», la curiosità, l'avventura, la sperimentazione. Vi posso garantire che collaborare con Gould nel corso di questa settimana, nel Concerto di Brahms, è stata una vera e propria avventura. E' con questo stato d'animo che ora lo presenteremo."
Leonard Bernstein

da Musicalia (anno III n.12, feb/apr 1994)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo articoli. Complimenti anche per tutto il resto.