... Mi ero recato dal banchiere di corte von Braun, allora direttore del teatro "An der Wien", per ritirare il mio onorario dopo la terza rappresentazione del Fidelio. Mentre, nell'anticamera, aspettavo di essere ricevuto, ebbi l'occasione di ascoltare un violento alterco fra Beethoven furente e il barone. Beethoven, diffidente, credeva che gli spettasse una percentuale maggiore di quella che il direttore voleva pagargli. Ma questo gli faceva notare che egli era il primo compositore al quale, per i suoi meriti straordinari, fosse stata attribuita una partecipazione agli utili e che se l'incasso non era stato pari all'aspettativa, si doveva al fatto che i palchi e le poltrone erano sí occupati, ma non cosí gli altri posti. Il loggione, per esempio, sempre superaffollato alle rappresentazioni di Mozart, era rimasto deserto. E von Braun spiegava questo fatto dicendo che, mentre la musica di Mozart entusiasmava la folla, quella di Beethoven era stata compresa e apprezzata finora soltanto dalle persone colte.
Dall'anticamera sentivo i passi d'un Beethoven furente che gridava: « Io non scrivo per la folla, io scrivo per le persone colte ». « Ma queste da sole non riempiono la sala di un teatro » rispose il barone con calma. « Abbiamo bisogno della "folla" per aumentare le entrate e questa volta lo dobbiamo alla sua musica, se gli utili sono stati cosí scarsi. Se avessimo dato a Mozart la percentuale che diamo a lei, egli sarebbe diventato milionario! »
Questo confronto cosí poco felice col suo famoso predecessore sembrò toccare nel vivo Beethoven che si mise a gridare come una furia: « Mi restituisca la partitura! ».
Il barone esitava, sbalordito. Ma il compositore ribadí con ancor maggior impeto la sua richiesta: « Voglio la mia partitura, e subito! ».
Il barone suonò il campanello, accorse un servitore.
« Porti a questo signore la partitura dell'opera che è stata rappresentata ieri sera », disse il barone. Il servitore si affrettò a eseguire l'ordine.
« Mi dispiace » continuò von Braun « tuttavia spero che lei, ripensandoci... » Ma Beethoven non udí piú queste parole; aveva strappato il grosso volume dalle mani del domestico precipitandosi attraverso l'anticamera e, senza neppure accorgersi di me, giú per le scale.
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